Sechs Schwedinnen
Von Der Tankstelle
-Benzinaia!”
-Arrivo! Buongiorno, desidera?
-Benzina per il momento…
-La vuole proprio?”
-Oh sì…
-Allora per il momento lo infiliamo dentro così…e lei vuole infilarsi un po’ sdraiandosi con me?”
Le sei “svedesi” con maglia viola, gonnellino e senza intimo (è un obbligo), tornano fieramente alla ribalta delle cronache di paese, dopo aver conseguito il diploma nel college di “Sechs Schwedinnen Im Pensionat”. Cercano e trovano lavoro, solo un anno dopo (beate loro!) in una stazione di servizio con ristorante in un piccolo paese svizzero. Il ristorante per la cronaca si trova a Avegno Gordevio, nel canton Ticino, che potrebbe essere anche la location delle riprese in esterno, mentre la pompa di benzina, serve unicamente a movimentare la trama. Cioè, serve a creare i più banali doppi sensi, le più banali situazioni per creare momenti soft-core. Le nostre eroine, infatti, sono orgogliosissime della loro libertà sessuale e usano di proposito, la stazione di servizio per soddisfare fortunati viaggiatori che si fermano a fare il pieno. La pompa della benzina che entra nel serbatoio, il liquido che esce è una chiara metafora e simbolo della pellicola, che di certo non dobbiamo spiegare.
“Sechs Schwedinnen Von Der Tankstelle” non si ferma a questa struttura, ma aggiunge un’altra storia parallela, quella della moglie del sindaco che cerca di convincere il marito a cacciare dal paese le ragazze perché indispettita dalle loro abitudini. In realtà è solo invidia e soprattutto paura della concorrenza. Anche lei è molto bella e libertina e ha diverse storie extraconiugali con i consiglieri comunali che per far sesso con lei arrivano tardi alle riunioni, creando il tormentone del film.
Il buon Erwin C.Dietrich non fa altro che realizzare un’allegra commediola soft-core, che non ha grandi pretese tecniche o narrative, spostando verso l’assurdo l’epopea di queste sei “svedesi” (virgolettato necessario perché nessuna delle interpreti è svedese o scandinava). Non c’è dubbio, “Sechs Schwedinnen Von Der Tankstelle” è più assurdo del predecessore, perché sarete d’accordo con noi che mettere sei ragazze in un college per poi spogliarle e buttarci qualcuno sopra può avere una sua logica, ma farle gestire una pompa di benzina con ristorante/birreria per poi spogliarle e buttarci qualcuno sopra è una cosa alquanto tirata.
Nonostante l’assenza di una grande storia, c’è da dire che la carne mostrata è di altissima qualità. La solita prorompente Brigitte Lahaie guida una batteria di assatanate composta da Jane Baker (la moglie del sindaco), Nadine Pascal e France Lomay alle quali per la parte maschile si aggiungono Eric Falk, Karl Gisling e Roman Huber (un habitué di questa serie), tutti interpreti del cinema erotico europeo. Bisogna anche sottolineare che alcune gag sono carine, come il tormentone del ritardo dei consiglieri e soprattutto la televisione erotica anticipatrice in un certo senso delle smart TV, anche se l’idea di Dietrich supera ancora molto la realtà. Quel matto del regista svizzero riesce ancora una volta a creare un prodotto decisamente inutile ma divertente, con musica simpatica e tante ragazze nude.
Titolo Originale: Sechs Schwedinnen Von Der Tankstelle
Titoli Alternativi: Swedish Sex Service (Australia), 6 suecas en una gasolinera (Spagna), Filles sans voile, Six Suédoises à la pompe (Francia), High Test Girls (USA), Friendly Favors, Six Swedes at a Pump, Swedish Erotic Sexations, Swedish Gas Pump Girls (Internazionale), Le Svedesi Super Pon Pon (Italia)
Nazione: Svizzera
Anno: 1980
Regia: Erwin C.Dietrich
Cast: Brigitte Lahaie, Jane Baker, Nadine Pascal, France Lomay, Eric Falk, Flore Sollier, Karl Gysling, Roman Huber, Barbara Moose, Elodie Delage
Casa di Produzione: Elite
Durata: 81′
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