27 Agosto 2008,
Posted in Film |
Braindead
Some things won’t stay down… even after they die
C’è un ragazzo neozelandese che non ha una semplice passione, ma proprio una missione o per meglio dire, ha ricevuto una chiamata, da qualcosa o qualcuno. Si chiama Peter Jackson e fin da giovanissimo sviluppa interesse e attitudine per il cinema. A ventisei anni realizza il suo primo lungometraggio, “Bad Taste”, a ventotto il secondo, “Meet The Feebles” e a trentuno il terzo, “Braindead”.
Il resto della sua carriera è fatta di immensi successi commerciali, una brutta parola che però non evita al ragazzo neozelandese, diventato uomo, di compiere la sua missione e di realizzare pellicole di qualità. Lo sapete, la trilogia del “Signore Degli Anelli”, oppure “King Kong” e tanto altro ancora.
Ma prima che arrivasse il successo planetario il nostro era un regista di un certo tipo. Un regista “immerso” in litri di sangue e in una comicità irriverente al massimo. Così dopo i due già convincenti film di inizio carriera, scusate se non ne parliamo ma siamo qui per altro, arriva un terzo film: “Braindead”.
Assieme a due fedelissimi Fran Walsh e Stephen Sinclair che lo accompagneranno spesso nella sua carriera, scrive un film che col tempo è diventato fondamentale nella storia del cinema. “Braindead”, negli anni, è diventato uno di quei capitoli che hanno fatto e fanno tutt’ora scuola, ispirando e dettando le regole dello splatter moderno.
Il terzo Peter Jackson ci offre un film che è un totale caos, un’orgia di budella senza limiti, di zombie fatti a pezzi in un mare di sangue, di scene raccapriccianti, in una storia solida che ha un suo filo logico. Il tutto viene poi mitigato da un’ironia altrettanto illimitata, che si poggia su tutti i personaggi e anche su scene “cult”, come quella di Lionel (il protagonista) al parco con un neonato mostro. Gli attori sono incredibilmente bravi, per un film del genere, guidati da un meraviglioso Timothy Balme che interpreta il protagonista.
Compattezza, ottimi effetti speciali, altrettanto ottima regia e soprattutto un grande divertimento sono le cose che “Braindead” ci trasmette e che sublimano nell’esplosione splatter della scena finale.
Anni cinquanta. La scimmia-topo di Sumatra, ma suona meglio l’originale “Sumatran Rat-Monkey” è un orribile incrocio. Come dicono, più semplicemente nel film “i topi si sono scopati le scimmie”.Un esemplare di questo essere viene catturato in una landa desolata e poi venduto allo zoo di Wellington. Pare che un suo morso possa trasformare il malcapitato in uno zombie.Poco tempo dopo Lionel, figlio di una madre iper protettiva, si reca allo Zoo in compagnia della sua bella, la dolce Paquita. La mamma lo pedina, s’avvicina troppo alla gabbia della “Sumatran Rat-Monkey” e viene morsicata. Lionel devoto figlio si prende cura della mamma che pare ormai gravemente malata, dosi di potenti medicine le vengono date, ma niente da fare. Muore. Torna come zombie e inizia il delirio. Nonostante Lionel cerchi di tenerla a bada, la mamma riesce a contaminare molte altre persone, che tutte insieme danno vita a una serie di situazioni splatterdemenziali.
Potrebbe sembrare tutto banale, ma come già abbiamo detto troviamo in “Braindead” una costruzione puntigliosa di tutto quanto, scena per scena e anche dei personaggi. Lionel ad esempio, perno centrale di tutta la storia, è alle prese con una sorta di duplice carattere, da un lato il figlio che cura la mamma zombie, dall’altro il ragazzo che vuole continuare la sua storia d’amore con l’amata.
Come degne spalle si trova l’orda di mostri, dei quali la mamma è decisamente la più importante. Ottima la caratterizzazione e l’idea di base di una madre, molto apprensiva e soffocante fino ad essere una parodia della realtà. A gusto molto personale ci sono molto piaciuti anche il personaggio dello zio, fan di Elvis e maniaco sessuale e il prete, due ottime figure comprimarie.
Massacrato nella stessa maniera degli zombie protagonisti da una miriade di versioni e di titoli, i cui peggiori sono quelli latini, “Braindead” è stato girato con un budget di 3 milioni di dollari e ha nella scena ritenuta anche da Jackson come migliore, la curiosità più interessante.
Storia vuole che la scena del bambino al parco, non fosse prevista nel copione. Finite le riprese con alcuni giorni d’anticipo e sotto il budget, Jackson si è divertito a girarla, creando il momento più alto di tutta la pellicola.
Scheda Tecnica
Titolo Originale: Braindead
Titoli Alternativi: Aivokuollut (Finlandia), Braindead: tu madre se ha comido a mi perro, Tu madre se ha comido a mi perro, Clínicament morta (Spagna), Dead Alive, Dead-Alive (USA), Engefalika nekros (Grecia), Fome Animal (Brasile), Hullajó (Ungheria), Martwica mózgu (Polonia), Morte Cerebral (Portogallo), Muertos de miedo (Argentina), Splatters, gli schizzacervelli (Italia)
Anno di Uscita: 1992
Nazione: Nuova Zelanda
Regia: Peter Jackson
Cast: Timothy Balme, Diana Penalver, Elizabeth Moody, Ian Watkin, Brenda Kendall Durata: 104′ (uncut version)
Casa di Produzione: WingNut Films
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