Beneath the Valley
of the
Ultra-Vixens
Get your dick out of there, you “pervert”!
Russ Meyer appare alla fine del film, con una camera in mano. Promette un’altra pellicola, che però non ci sarà mai. Non è il finale del film, ma solo il l’epilogo della sua immensa carriera, che si chiude qui.
Certo che ci lascia, con una vera e propria provocazione. Con quello che è il più scollacciato dei suoi film, degna conclusione della trilogia “Bustoons” iniziata con “Supervixens!” e continuata con “UP!”.
Anche se nel periodo “Pop”, Meyer ci ha abituato a rotondità prorompenti e a un’ironia devastante con “Beneath the Valley of the Ultra-Vixens” il buon Russ, che scrive la storia con Roger Ebert, si spinge oltre. Partendo dal titolo che è un chiaro riferimento a “Beyond The Valley Of The Dolls”, il regista delle tettone, ci butta addosso una satira che punta ed abbatte la provincia bigotta, nudità e ammiccamenti sempre più palesi, dettagli sessuali espliciti, senza però cadere nel volgare.
Il risultato è purtroppo un film meno bello degli altri, forse schiacciato da queste dosi extra di carne, ma tutto sommato un capitolo divertente. Protagonista di questa travolgente storia è Francesca “Kitten” Natividad, attrice messicana ex stripper che condivide poi con Meyer i successivi anni di vita. Diventata un’icona sexy, grazie alle sue forme (finte), a servizi fotografici e a parti in altri film, finisce nel mondo di Meyer per merito di Shari Eubank, la protagonista di “Supervixens!”, che la presenta al regista.
Ingaggiata per il film “UP!”, Francesca colpisce così tanto il regista da diventare la protagonista di “Beneath the Valley of the Ultra-Vixens”. Probabilmente nessun altra attrice sarebbe stata più adatta a questo ruolo, vista l’espressione buffa di Kitten Natividad che si ritrova in una trama perfetta per lei. Cartonistico come sempre, Meyer ci parla naturalmente della vita della provincia americana. Quella provincia che lui ha ridicolizzato più volte nella sua carriera, quelle cittadine che contrariamente all’aspetto innocuo hanno delle storie calde da raccontare.
Anche qui è così e il regista ce lo dice subito, mostrando immediatemente dettagli intimissimi. Tanto per farci capire dove siamo capitati. Il buon Stuart Lancaster uno dei fedelissimi di Russ Meyer è il narratore divertito di questa storia. È lui ci accompagna e ci spiega come vanno le cose in questa “Small Town U.S.A” che con l’aggiunta di “The Man From” dà il nome al suo personaggio. E vediamo subito l’anziano Martin Bormann, ex nazista, che in casa sua si sdraia in una bara e coperto solo di un lenzuolo ha un rapporto con la giovane moglie tettona. I protagonisti veri sono però altri due: Lamar (Ken Kerr) e Lavonia (Kitten Natividad).
La coppia ha grossi problemi sessuali. Lei è sempre vogliosa. Lui desideroso solo di avere un rapporti anali, unica performance della quale lei non ne vuole sapere. Ogni approccio finisce malissimo. Lei cerca di curare il marito, nascondendosi sotto il nome di Lola Langusta e facendo la stripper in un locale frequentato da Lamar. Lo seduce, lui non s’accorge che è lei. Ma niente. Il risultato non cambia. Il destino è anche un po’ crudele con Lamar che deve pure soddisfare le voglie del suo capo, un’obesa donna di colore, boss dello sfascia carrozze in cui lui e altri due luridi individui lavorano. La calda Lavonia invece, in attesa della guarigione del marito cerca di dimenticare i problemi con diversi personaggi: un giovane ragazzo sportivo aggredito mentre si allena, il muscoloso Peterbuilt, il rappresentante di biancheria intima SemperFidelis e pure la segretaria di un dentista. Ma l’happy ending non manca, il buon Lamar ha un moto d’orgoglio, illuminato dalle onde di “Radio Rio Dio” (o dalle tette della DJ), rinsavisce e si riappacifica con la bella Lavonia.
La tecnica di Meyer non muta in nulla. Sempre con le sue riprese veloci, con le soggettive sulle tettone, ci porta a una chiusura un po’ maliconica se vogliamo, che chiude con intelligenza il cerchio delle sue opere “pop” e se vogliamo di tutta la sua filmografia. Lasciandoci il bel ricordo di un artista che si è sempre divertito a fare il suo mestiere. Oltre alla futura moglie del regista, il cast si fa notare per la presenza della super siliconata meteora Ann Marie e di attori esperti dell’exploitation come Patrick Wright e Henry Rowland. Cameo per Uschi Digard.
Titolo Originale: Beneath The Valley Of The Ultra-Vixens
Titoli Alternativi: Beneath the Valley of the Ultra-Vixens (Finlandia), Im tiefen Tal der Superhexen (Germania), Más allá del valle de las Utra-Vixens (Spagna), Más allá del valle de las ultrazorras (Venezuela), Ultra Vixen (Giappone), Ultra Vixens (Francia), Ultra Vixens – Tutti gli uomini di Lola Langusta (Italia), Ultravixens (Portogallo)
Anno: 1979
Nazione: USA
Regia: Russ Meyer
Durata: 93′
Cast: Francesca “Kitten” Natividad, Uschi Digard, Anne Marie, Stuart Lancaster, Patrick Wright e Henry Rowland
Casa di Produzione: RM Films International
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