Immagini di
un Convento
-Noi siamo rassegnate alla volontà del Signore. E poi non abbiamo tesori da attirare dei maleintenzionati solo qualche candelabro d’argento nella cappella
-Avete ben altri tesori Madre, la vostra virtù per esempio!
-Che intendete dire?
-Che io sono un uomo e che voi sotto quell’abito siete una donna
Medioevo. Anno più anno meno. Nel giardino di un Convento c’è una statua con tanto di corna e barbetta, molto demoniaca, denominata statua de “Il Dio Sconosciuto”. Il convento stesso è costruito su un tempio pagano. E le suore che ci vivono sono giovani, belle, portano più o meno tutte la terza o hanno un fisico marmoreo. Indossano poco intimo e una sorta di calze autoreggenti.
Dietro alla macchina da presa c’è Joe D’Amato, che cura anche la fotografia e a questo punto è superfluo spiegare cosa accade lì dentro.
Se proprio non lo intuite nel convento si scatena una furia sessuale che non risparmia nessuno. Una furia alimentata dal malvagio spirito della statua che si risveglia dal torpore, tra l’altro con un buffo effetto sonoro “buhaaaaa”, quando nel convento arriva Isabella (Paola Senatore), giovane libertina costretta ai voti ma contraria al sacerdozio.
Ed ecco le sorelle vagare per il convento e per celle altrui, con scuse puerili, in preda a istinti sessuali irresistibili. Ecco anche punizioni fisiche che diventano giochi sadomaso e si concludono con scene lesbo. Già così potrebbe bastare, ma D’Amato come sappiamo è uno che non si accontenta, tant’è che in questo contesto inserisce anche un uomo. Un viandante, giovane e aitante, che altri non è che il demonio stesso, che si pone l’obiettivo, esplicitamente dichiarato, di farsi il maggior numero di suore.
Che manca ancora a “Immagini di un Convento”? Un esorcista ovviamente!. Il convento invia una suora a chiamare l’eminente esorcista. Lei viene violentata e uccisa nel bosco da due malviventi. Lui, arriva lo stesso al convento grazie al suo sesto senso e inizia benedire tutto e tutti sfilando in mezzo alle suore ormai all’apice dell’ardore che finiranno per assalire l’uomo. Meno male che c’è Paola Senatore. Isabella va a letto con il demonio/viandante e lo uccide. Per un po’ e dico per un po’ le sorelle ripongono le loro grazie sotto la tonaca.
“Nunsplotation” del 1979 evidentemente ispirato a “Interno di un convento” di Borowczyk, di un anno precedente. Un riferimento che si limita al titolo, perchè se il film del regista polacco è una via di mezzo tra arthouse e nunsploitation, quello di D’Amato, senza ipocrisie, punta all’hard. E d’altronde i momenti vietati non mancano con la svedese Marina Hedman (Lotar o Frajese se preferite) protagonista di una scena porno, non aggiunta (come d’abitudine) in post produzione, ma girata dallo stesso D’Amato. Una scena che inserisce questo film tra i pionieri del porno italiano.
Non che il resto sia da prima serata, perchè diverse sono le scene create ad hoc, solo per concludersi con un po’ di sesso. Così come diverse sono le scene “scult”, come ad esempio quella del bosco che vede un brigante assalire la suora dicendo “…A questa la prima botta gliela do io! Allegra sorella, che ora ti suono ‘sto trombone!” con la vittima che scappa nuda per poi accasciarsi e morire poco più in là. Notevole anche la scena del corridoio con benedizione del prete, mentre le suore si cimentano con l’autoerotismo.
Come già scritto meno male che c’è Paola Senatore, bellissima come sempre, qui poco prima di scivolare nel porno e in diversi problemi personali, che alza un po’ il livello di un film di D’Amato non così fondamentale. E sapete che noi al Massaccesi perdoniamo tutto.
Scheda Tecnica
Titolo Originale: Immagini di Un Convento
Titoli Alternativi: Amartoles kalogries (Grecia), Images in a Convent (USA), Les amours interdites d’une religieuse (Francia)
Anno: 1979
Nazione: Italia
Regia: Joe D’Amato
Cast: Paola Senatore, Marina Hedman, Paola Maiolini, Marina Ambrosini, Angelo Arquilla
Durata: 82′
Casa di Produzione: Kristal Film
grande d’amato questo è un bel film se fa per dì