The Black Gestapo
the new master race
Qui abbiamo uno sberleffo a Hitler che sicuramente ben pochi film possono vantare. Al di là del titolo: un breve spezzone di un filmato del Terzo Reich, appiccicato a una musichetta funky da ghetto. Incredibile!
Incredibile sì, come tutto il trash che segue e che da vita a questo “The Black Gestapo”, un blaxploitation talmente assurdo e insensato da risultare divertentissimo e irresistibile.
Lee Frost è il regista che dirige questa pellicola del 1975 in cui tutto sembra improvvisato o quasi. Trama e recitazione inclusa. Un film che per sopperire alle mancanze narrative, butta qua e là qualche scena di sesso o come minimo di nudo. Tanto per accendere l’interesse.
I personaggi incarnano a meraviglia i canoni della parodia dei film anni settanta. Bianchi generalmente biondi con baffoni e occhiali da sole e donne assoggettate alla violenza o pronte a soddisfare gli uomini. Le persone di colore invece sono dannatamente funky, baffute e hanno immensi basettoni. Sì ok, un po’ di misoginia e un briciolo di razzismo, ma nulla di grave o di pesante.
La storia è ambientata in una Los Angeles infiammata da scontri razziali ed esattamente ci troviamo nel distretto di Watts. Non un posto a caso, ma un distretto famoso per la sua povertà dilagante, forse il più povero di tutta Los Angeles, nonché per gli scontri razziali del 1965 con decine di morti e migliaia di feriti.
La nostra vicenda vede un gruppo di bianchi in stile mafioso, che infastidisce la comunità di colore, picchiando, derubando e importunando. Di contro esiste un’associazione comandata da tale Ahmed che con tanto di divisa e pugno nero come simbolo, cerca di proteggere la comunità. Non sempre le cose vanno bene, ma pian piano il gruppo di Ahmed cresce di potenza e preparazione, iniziando una vera e propria rappresaglia contro i bianchi che lascia sul campo numerose vittime in entrambi gli schieramenti. Nel frattempo il secondo di Ahmed, Kojah, inizia a cercare fondi e strutture per l’addestramento. Occupata una villa con piscina e campi da tennis e viste interessanti prospettive Kojah trasforma il tutto in un’associazione di stampo mafioso dedita al racket, spaccio e prostituzione.
Il gruppo di bianchi svanisce e il nuovo nemico per Ahmed è il suo stesso gruppo, ormai divenuto criminale. La lotta è dura e ha numerose scene degne dei più scontati film d’azione. L’eroe ormai solo, pronto a fronteggiare tanti ed armati nemici finisce in scene di lotta veramente comiche, così come gli inseguimenti e il sangue che scorre.
La comicità involontaria del film si spreca e affiora in quasi tutte le scene. Ma in questo simpatico guazzabuglio di trama ed eventi va detto con tutta sincerità, che la colonna sonora è piuttosto buona e ben studiata. Il cast si fa notare per diversi attori che hanno poi continuato una carriera tra Serie TV e film e per il cameo di Uschi Digard.
“The Black Gestapo” si prende poi il lusso di spernacchiare nuovamente il nazismo chiudendo il tutto con un altro spezzone di documentario che viaggia in parallelo con il finale del film. Una chiusura ottima per un b-movie scalcagnato e assolutamente da non perdere.
Titolo Originale: The Black Gestapo
Titoli Alternativi: Black Enforcers, Ghetto Warriors(USA), Musta Gestapo (Finlandia), Ghetto-Stratopedo vasaniston (Grecia)
Anno: 1975
Regia: Lee Frost
Nazione: USA
Cast: Rod Perry, Charles Robinson, Phil Hoover, Edward Cross, Angela Brent, Wes Bishop, Ushi Digard, Adolf Hitler
Durata: 88′
really niceeeee!