Amateur
Porn Star Killer
This young girl will be… humiliated, raped, murdered. And you will watch
Ci voleva anche la lezione su come fare uno “Snuff Movie” ed era necessaria? Mah…ne dubitiamo, anche se “Amateur Porn Star Killer” ha fatto proseliti, creato uno stuolo di accaniti fan e soprattutto una serie di sequel impensabili per un piccolo film (per la cronaca ora siamo a tre).
Il tutto nasce dalla fervida e malata mente di Shane Ryan che con l’amico Micheal Brian fonda nel 2003 la “Alter Ego Cinema”. Una piccola, molto piccola, casa di produzione californiana che si pone l’obiettivo di aiutare amici e conoscenti a realizzare i propri film o quant’altro sia legato al mondo del cinema.
Una passione trasformata in realtà che a sua volta diventa un business e che soprattutto attira l’attenzione di cinefili e giornalisti. Dal 2003 a oggi, tanti sono stati i lavori usciti sotto il marchio “Alter Ego Cinema” e tra questi il più importante è “Amateur Porn Star Killer” una vera e propria saga incentrata su uno psicopatico, Brandon, che rapisce, picchia, violenta e umilia una giovane vittima di sesso femminile.
La figura di Brandon prende drammaticamente spunto dal serial killer Ted Bundy, una persona apparentemente normale, anzi di buone maniere, che negli anni settanta uccise negli States, circa trenta giovani donne adescate vicino a college o residenze universitarie con banalissimi motivi.
La loro atroce fine è quindi ripresa dal personaggio interpretato da Shane Ryan stesso, che con Michico Jimenez (Stacy, la vittima) e Jan Gould compone tutto il cast della pellicola.
Ambiziosamente e troppo presuntuosamente Ryan cerca di mostrare come si fa un bel “Snuff Movie” e parte addirittura citando frasi di Paul Schrader e aforismi vari, per poi farci entrare in un lungo e pesante episodio di violenza documentato in bianconero, con riprese forsennate, un pellicola rovinata da effetti digitali (sottolineiamo) e musica messa in post-produzione. Nulla succede, se non un lento gioco del “gatto col topo”.
Un po’ troppo lezioso ed accademico, senza il minimo dubbio che tutto possa essere reale, come tradizione “Snuff” vorrebbe. Lunghissimo e noioso. brutale soprattutto. Un percorso al quale però viene tolto il punto più sanguinolento (e che abbiamo aspettato a fare?) lasciando la scena dell’omicidio all’immaginazione più che alle immagini stesse.
Shane Ryan in ogni caso resta un apprezzabile regista indipendente, stralunato e malato quanto si vuole ma in grado, se guardiamo altre opere, di raggiungere lo scopo di descrivere una realtà vomitevole e raccapricciante.
Anno: 2006
Nazione: USA
Regia: Shane Ryan
Cast: Shane Ryan, Michico Jimenez, Jan Gould
Durata: 71′
Casa di Produzione: Alter Ego Cinema
concordo con te roba da psicopatici pervertiti
non vedo molta differenza tra questo e un guinea pig, la perversione e gli eccessi ci sono anche li
in ogni caso sono disgustosi comunque se leggi su imdb è pieno di commenti entusiasti