Bamboo House Of Dolls
Nipponici imperialisti alla conquista della Cina. C’è da giurarsi che l’Imperatore e gli alti ranghi del governo giapponese sarebbero stati fieri di questi soldati in missione. Atroci e spietati. Forti nelle arti marziali. Bravi di spada e di fucile. Sì ok, buffamente vestiti, un po’ strani e a volte parecchio demenziali. Ma non si può avere tutto.
“Bamboo House Of Dolls” è un ottimo Women In Prison made in Honk Kong, prodotto dagli “Shaw Brothers” nel 1973 che trae chiara ispirazione da“Big Doll House”. A parte ricordare il fatto storico e triste, cioè che durante la Seconda Guerra Mondiale, le donne cinesi erano ad uso e consumo dei soldati giapponesi, il film di Chih-Hung Kuei è un lungo e divertente b movie che mischia un bel po’ di roba. Dai WIP, al sexploitation, alle arti marziali per finire con un piccolo omaggio addirittura a Russ Meyer.
Come il nazisxploitation vuole, i cattivi sono (un po’) stupidi e soprattutto maniaci al punto di abusare delle prigioniere. Tra queste una è molto consenziente nonché maggiorata e muovendosi nuda a tempo di musica spaventa a morte il soldato di “turno”. Ed ecco l’omaggio a Russ Meyer.
La presenza poi di Lo Lieh una grande star dei film di Kung-Fu degli anni ’60 e ‘70 garantisce l’aspetto “arti marziali”. E se l’attore asiatico porta la sua arte stessa cosa si può dire, ma a livello fisico, di Birte Tove attrice danese alla guida di un piccolo gruppo di prigioniere, in parte crocerossine europee rastrellate in un ospedale e in parte cinesi trovate in qualche sperduto paese.
Loro e altre sono le prigioniere di questo sordido campo governato da una serie di figure ambigue tra le quali, non poteva mancare, un’ufficiale lesbica. Tutte in mini-abito azzurro mostrano spesso gli slip non disdegnando di rimanere in topless soprattutto di notte.
A parte ciò il fulcro della trama è incentrato sulla fuga di queste donne. Fatto fortemente voluto dalla resistenza cinese, unicamente perchè nel gruppo c’è la moglie di un loro comandante che in punto di morte le ha confessato dove si trova un enorme tesoro rubato ai giapponesi e ora molto utile per acquistare armi.
I tentativi di fuga quindi sono parecchi e spingono la pellicola verso una versione trash/sexy demenziale de “La Grande Fuga”. La traditrice e spia non manca ma il piano ha successo, tra l’altro nel modo più assurdo e incredibile. La caccia che segue con le fuggitive guidate da un rivoltoso che nel campo faceva l’interprete (Lo Lieh) crea una lunga serie di combattimenti e sparatorie molto sanguinolenti e divertenti fino al cruento e melodrammatico finale.
Scheda Tecnica
Titolo Originale: Nu ji zhong ying
Titoli Alternativi: Bamboo House of Dolls Hong Kong, Bamboo Women’s Prison (Internazionali) Camps d’amour pour chiens jaunes (Francia), Das Bambuscamp der gequälten Frauen (Germania), O Dragão de Ouro (Portogallo) Orgia se stratopedo gynaikon (Grecia) Storia segreta di un lager femminile (Italia)
Regia: Chih-Hung Kuei
Nazione: Hong Kong
Anno: 1973
Cast: Birte Tove, Lieh Lo, Hsieh Wang, Terry Liu, Roska Rozen, Niki Wane
Durata: 110
Casa di Produzione: Shaw Brothers
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