Female Vampire
I earnestly wish an end would come to this bloody race I am forced to run.
Uno scenario livido. Un bosco. Una figura cammina lentamente tra la nebbia. È una donna. Vestita solamente con un mantello, stivali e cintura. Viene verso di noi, con gli occhi spirati. E sbatte dentro la macchina da presa.
Così inizia “Female Vampire” film di Jess Franco del 1973, una delle più poetiche pellicole del regista ma anche una delle più discusse.
Come il solito ci troviamo di fronte a un’opera rovinata da una miriade di versioni diverse che creano una confusione enorme. Da versioni più horror si passa a versioni più erotiche, per poi concludere con il porno (dettagli nella nostra scheda tecnica), con i classici inserti messi in post-produzione e non girati dal regista.
La versione che abbiamo visto è appunto “Female Vampire” una delle più note, quella che mischia horror ed erotismo mettendo in bella mostra Lina Romay dopo aver impressionato a teatro Franco, a diciannove anni nell’anno storico del suo debutto e pronta a diventare sua musa nonchè compagna di vita.
Il decandentismo e la tristezza di fondo, uniti ad alcuni scenari piuttosto lividi, fanno pensare che Franco abbia voluto riversare su pellicola la tristezza profonda della morte prematura dell’altra sua musa, Soledad Miranda.
In effetti il risultato non è, per noi, eccelso forse a significare un piccolo disorientamento. Ma qui sta il bello, critica e pubblico sono divisi, equamente, tra chi pensa che “Female Vampire” sia un gran film e chi lo definisce deludente. Di sicuro è un film che non passa inosservato visto l’esuberante bellezza della protagonista, nonchè la strana e calda versione di una storia vampiresca. Un tema che Franco ha sviscerato più e più volte nella sua carriera fornendo sempre una visione differente.
Altra certezza è che la produzione ha speso davvero pochissimo per i vestiti considerando che la nostra Lina vaga per tutto film coperta solo da un rado mantellino o da trasparenti sfoglie di tessuto. Una produzione minimale insomma, nonostante, come leggenda vuole, Franco avesse appena vinto alla lotteria.
Lina Romay esplode nel personaggio della Contessa Irina Von Karlstein discendente di una dinastia di vampiri che non beve sangue, ma che per mantenersi giovane e bella deve succhiare la vita (la battuta è facile vero?) durante i rapporti sessuali. Così vaga per l’isola di Madeira portandosi a letto chiunque, donne comprese, rinvigorendo il proprio spirito e corpo, lasciando spazio anche a una scena di autoerotismo.
Mentre la polizia come si suol dire “brancola nel buio”, il Dott. Roberts una sorta di Van Helsing interpretato da Franco, scopre la vera identità di Irina, così come il Dr.Orloff (nome caro al regista spagnolo) uno scienziato/medico cieco. Irina invece continua per la sua strada, concedendo anche un’intervista telepatica molto buffa e crollando solo di fronte all’amore che la consumerà fino al suicidio. Ma il suo spirito continuerà a vivere sull’isola.
Una struttura molto lineare incentrata sul bel corpo della Romay che non nasconde proprio nulla. Ottima la colonna sonora easy-listening, con sonorità da porno.
Semplicità dunque per un Jess Franco che sicuramente ci ha entusiasmato di più in altri capitoli della sua vasta filmografia. In ogni caso farsi mordere da un vampiro così, non è di certo una tragedia.
Titoli Alternativi: Bare Breasted Countess (cut version) Entfesselte Begierde, Erotikill, Erotikill – Lüsterne Vampire im Spermarausch (DVD), Lüsterne Vampire Im Spermarausch (Germania),Erotic Kill (USA), Erotikiller (Cut Version), Un caldo corpo di femmina (Italia), Female Vampire, La comtesse aux seins nus, La comtesse noire (cut version), Sicarius – the Midnight Party, The Black Countess, The Last Thrill, The Loves of Irina, Yacula, Jacula (indefiniti), La mujer vampiro (Argentina) Verentahrima morsian (Finlandia),Insatiable Lust (X-rated version)(Francia)
Regia: Jesus Franco
Anno: 1973
Nazione: Germania
Durata: 105′
Cast: Lina Romay, Jack Taylor, Alice Arno, Monica Swinn, Jesus Franco, Luis Barboo, Jean-Pierre Bouyxou, Raymond Hardy
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