29 Marzo 2010, Posted in Film | One comment

La Discoteca

ce testimone chesta discoteca ca tutt ‘e duie a vita c’immo date sei tu l’unica donna che ho amato quanto ti amo

Merano, Meran. Gitarella nel profondo Nord per l’eroico uaglione Nino D’Angelo accompagnato dal leggendario Bombolo e dal sicuro Enzo Cannavale. I tre danno vita a questo episodio della saga del “Musicarello neomelodico”, un film del 1983 seguito naturale e scia di “Un Jeans E Una Maglietta”
“La Discoteca” spicca, se così possiamo dire, per la duplicità dell’ambientazione e sempre per la duplicità di ragazze che ronzano intorno al caschetto d’oro, sempre tamarro, di Nino D’Angelo.

Lui e la sua voce magica, la sua bravura sensazionale. Lui e la sua innamorata Maria (sempre ovviamente Roberta Olivieri). Lui e i pochi soldi guadagnati che lo convincono ad accettare l’incarico di pizzaiolo in un hotel di Merano, diretto dal partenopeo-tedesco Enzo Cannavale.
Qui nel pieno della stagione invernale, Nino incanta gli ospiti dell’hotel con la sua voce cristallina e fa cadere ai suoi piedi Romy, una ricca ragazza italo-tedesca. Ma lui non ne vuole sapere, perchè nel suo cuore c’è spazio solo per Maria, che nel frattempo viene insidiata dal migliore amico di Nino che la convince che il suo amato ha in quel di Merano, altri pensieri per la testa.

Tornato a Posilippo con una lettera di raccomandazioni, Nino viene assunto in un hotel diretto dal fratello gemello del direttore di Merano (cioè Cannavale) e da qui con mille problemi e peripezie riesce a riconquistare la sua bella e a raddrizzare la sua vita che finalmente gli sorride.

Biennio parecchio intenso per Nino D’Angelo che tra il 1982 e il 1983 sforna la bellezza di sei film tra i quali i migliori della sua filmografia. La presenza di Bombolo in questa pellicola spinge ulteriormente sul lato comico, che come al solito viaggia in parallelo con la storia d’amore. Diverse gag alcune molto trash, qualcuna incredibilmente carina (come le interferenze radio durante la ricerca di una dispersa in montagna). Per il resto è il solito schema infallibile già visto e rivisto in altri film, di e non, Nino D’Angelo.