21 Maggio 2011,
Posted in Film |
Machete
Machete non manda messaggi
Exploitation Vive! No Muere!
Era logico pensarlo, ma contrariamente a quanto si è visto nel “fake-trailer” contenuto in “Planet Terror”, “Machete” non è un omaggio al cinema degli anni settanta.
No pellicola graffiata, no pellicola sbiadita, niente “Missing Reel”. No. “Machete” è un film d’exploitation moderno, in tutto e per tutto. Con un cast stellare.
La genesi è universalmente conosciuta. Il personaggio nasce tanti anni fa e diventa di carne ed ossa nel “fake-trailer” di cui sopra, che a furor di popolo spinge Rodriguez a dar vita a un lungometraggio. Una pellicola ispirata a quel cinema caro a questo blog, ma che modernizza linguaggio e tecniche. Romanticamente si può intere intendere “Machete” come un messaggio di speranza, anche di fronte ad altre pellicole uscite in questi anni, che il genere “exploitation” sia definitivamente tornato, rinato e andato oltre ai bei omaggi che di tanto in tanto spuntano.
“Machete” è un vorticoso contenitore di eventi ben concatenati che tengono il ritmo del film piuttosto alto. Il sangue che scorre è veramente tanto, ma il contesto è così comico che lo spargimento non darebbe fastidio nemmeno allo spettatore più sensibile.
La puzza di exploitation accompagna ogni singola situazione, con un vasto campionario di battute scontate o da super-macho, gesti eroici fuori dalle umane possibilità e soluzioni drastiche impensabili.
Exploitation Vive! No Muere!
Il nostro eroe è Machete. Interpretato da uno strepitoso Danny Trejo il brutto, non me ne voglia, attore che abbiamo visto generalmente nella parte del cattivo in svariati film. Miglior scelta non poteva esserci. Machete è Trejo e Trejo è Machete. Le loro maschere individuali combaciano alla perfezione creando un personaggio perfetto sotto ogni aspetto.
Il nostro è un rude agente della polizia messicana, il miglior agente in circolazione. Indaga sul narco-traffico e viene tradito dal suo capo, che in combutta con il boss Torrez, interpretato da un insospettabile Steven Seagall, nel primo ruolo che apprezziamo, gli massacra la famiglia e lo toglie di mezzo.
Passano tre anni prima che Machete torni alla ribalta. È negli States. Vive come un clandestino alle prese con i problemi di tutti i giorni. Lavoro. Permessi. Fame.
Ma un giorno però un viscido figuro di nome Micheal Booth (Jeff Fahey visto in “Planet Terror”) gli offre centocinquantamila dollari per uccidere il senatore McLaughlin, politico altamente razzista. Il senatore è interpretato da un attore poco conosciuto, un certo Robert De Niro che dimostra però una certa bravura che sicuramente lo porterà in alto. Naturalmente scherziamo, il grande Robert mostra ancora una volta una grande dose di autoironia nonché di bravura a interpretare un personaggio bieco e razzista che vorrebbe rispedire in Messico tutti gli immigrati e costruire una rete di filo spinato elettrica sul confine. Fosse italiano sarebbe un leghista.
Anche in questo caso Machete viene truffato. Il piano è un complotto per far prendere voti al senatore denigrando gli immigrati. Questa volta Machete non fugge. Cerca vendetta. Aiutato da una stupenda Michelle Rodriguez (Luz o She) venditrice di Tacos e leader di una rete di solidarietà per immigrati, nonché da una elegante Jessica Alba la poliziotta Sartana Rivera de “La Migra”, il corpo di polizia che si occupa dell’immigrazione, che sulle prime dubita dell’eroe per poi unirsi alla sua battaglia. Ma gli aiutanti non finiscono qui e a parte tutti gli immigrati, Machete può contare anche su Padre Cortez, (Cheech Marin), che già nel fake-trailer interpretava il personaggio di un prete che ricorre alle armi per fare giustizia. Cortez in realtà è anch’egli un ex poliziotto federale nonché fratello dell’eroe.
Questo marasma di cose porterà all’esplosione finale, una guerra surreale tra immigrati e razzisti, piena di esplosioni, pallottole e scene di lotta impossibili. Tra i tanti personaggi non si può dimenticare April, interpretata da Linsday Lohan, figlia disinibita di Booth che nel corso della storia oltre che a divertirsi con la madre e machete, vedrà la più classica “luce”. Machete di contrasto con l’aspetto fisico da galeotto, dimostra una certa educazione e galanteria che si sposa con la sua devastante forza fisica. Ossessionato dalle armi da taglio, tormentone di ogni scena, usa con disinvoltura taglia erbe, cavatappi, coltelli da sala operatoria e chiaramente machete per far fuori i cattivi di turno, che sono tanti e arrabbiati.
Rodriguez “figlioccio” di Tarantino non rinuncia alla tentazione di mettere alcune citazioni. Tra queste il riferimento a “Planet Terror” con la caratterizzazione da battaglia identica a Cherry Darling di Michelle Rodriguez, sulla quale mette anche la benda sull’occhio che richiama Frigga di “Thriller A Cruel Picture” o se preferite i tempi moderni a Elle Driver di “Kill Bill”. A parte il divertimento che emerge di primo impatto, grazie alla forte dose di autoironia, “Machete” ha un messaggio molto profondo. L’immigrazione e il razzismo. La disperazione di chi deve fuggire dal proprio paese, l’opportunismo di chi li accoglie e li sfrutta (per avere manovalanza a basso costo) e l’ipocrisia degli stessi che ufficialmente vorrebbero mandare tutti al proprio paese. “Machete” ambientato in Texas potrebbe avere, come si legge nei titoli di coda anche dei sequel, ma soprattutto se ci pensate bene anche un remake ambientato in Europa.
Scheda Tecnica
Titolo Originale: Machete
Titoli Alternativi: Мачете (Russia), Maceta (Slovenia), Machête (Giappone), Maczeta (Polonia), Robert Rodriguez’s Machete (Australia), Ustura (Turchia)
Regia: Robert Rodriguez
Nazione: USA
Anno: 2010
Cast: Danny Trejo, Robert De Niro, Michelle Rodriguez, Jessica Alba, Linsday Lohan, Steven Seagall, Cheech Marin, Jeff Fahey, Don Johnson
Casa di Produzione: Overnight Films, Troublemaker Studios, Dune Entertainment III
Sito Ufficiale: www.machete-movie.net/
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