Death Race 2000
Across the town the traffic is MURDER
Se gli allegri protagonisti de “La Grande Corsa” di Black Ewards e a cascata quelli delle “Wacky Races” di Hanna&Barbera per qualche ragione impazzissero diventerebbero tali e quali a quelli della “Death Race 2000”. Un gruppo di psicotici. Eroi di un mondo alla deriva.
“Death Race 2000” è un film strano, difficilmente etichettabile che abbraccia i “film d’azione”, lo “sci-fi”, la “black comedy” e i “post-nuke”. Dietro a tutto ciò c’è nientemeno che Roger Corman produttore ideatore e autore della prima stesura dello script, nonché “selezionatore” del regista Paul Bartel già direttore della seconda unità nel film “Big Bad Mama” del 1974.
L’idea originale di Corman però era molto più cattiva di quanto poi non sia stato realizzato dopo il re-script di Robert Thom e dopo qualche modifica di Bartel. Modifiche che come riporta un Dossier di “Nocturno”, hanno provocato tra il regista e Corman qualche dissapore. Ma lo zampino del grande Roger si vede nella realizzazione di una pellicola fatta con poche risorse, utilizzate in maniera fantasiosa e al meglio, che portano al risultato di un prodotto piacevole.
Roger Ebert non sarebbe d’accordo con noi, visto che all’epoca stroncò la pellicola definendola infarcita di violenza e nudità gratuite. Ok siamo d’accordo sulla gratuità di certe scene, ma nel complesso “Death Race 2000” fila veloce tanto quanto le buffe auto, rielaborazioni quasi “carnevalesche” di veri modelli. In più non si può ignorare che abbia inciso parecchio sui videogiochi con un titolo omonimo e sul più famoso e discusso “Carmageddon” e generato un remake del 2008 con Jason Statham e addirittura un prequel nel 2010. Entrambi più ricchi ma meno affascinanti di questo originale del 1975.
Il mix tra generi rende tutto molto più leggero e anche le scene splatter, vuoi per l’assurdità del contesto, vuoi per il commento sonoro, risultano essere più digeribili. Una ragazza kamikaze innamorata di “Frankestein” che si fa investire o tre ragazzi che fanno i duri o gli ospiti di una casa di riposo lasciati di proposito all’aria aperta e infine la morte tragica del prete che benedice la gara sono momenti da “black comedy” veramente convincenti.
Investire i pedoni è l’extra di una gara “Coast To Coast” nel paese che nel futuro sostituisce gli Stati Uniti. Una nazione governata da un dittatore che si fa chiamare “The President” e nella quale questa gara rappresenta l’evento clou dell’anno. Vince chi arriva prima, ma anche chi ottiene più punti eliminando appunto i passanti. Ma sulla competizione incombe un gruppo di rivoltosi intenzionati a boicottare la gara, eliminando i concorrenti e cercando di organizzare un attentato al “The President”.
La televisione come al solito non manca e un telecronista più che esagitato narra al pubblico gli avvenimenti della gara, coadiuvato da un’intervistatrice molto viscida. I protagonisti della competizione sono pochi ma buoni. E a modesto parere la loro caratterizzazione rappresenta l’aspetto migliore della pellicola. “Frankestein” è un bravissimo pilota, un cattivo dal cuore buono, rimesso in sesto da dei medici svizzeri a seguito di un terribile incidente. È l’idolo della folla e il suo modo di fare elegante e misterioso lo rende ancora più interessante, soprattutto per le donne e per la sua navigatrice con la quale va a letto con estrema facilità. David Carradine è l’attore che interpreta “Frankestein”. Famoso per la serie tv “Kung Fu” e per film del genere, l’abbiamo rivisto in ottima forma anche in “Kill Bill” dove interpretava Bill. Se siete attenti alle cronache, sicuramente ricorderete anche la sua strana morte, avvenuta a Bangkok nel 2009. Trovato soffocato in una stanza di un hotel, tra ipotesi di suicidio e ipotesi di giochi erotici finiti male, una morte ancora avvolta nel mistero mistero. Al fianco di “Frankestein” troviamo la dolce bellezza di Simone Griffeth che prima di diventare un’immobiliarista ha interpretato svariati film e serie Tv negli anni settanta.“Joe Viterbo” è lo spocchioso e montato personaggio che soffre di sindrome di inferiorità nei confronti di Frankestein. È interpretato da un Sylvester Stallone che sembra far le prove generali per i personaggi che da lì a poco gli daranno la fama mondiale.
Altri personaggi interessanti ma di secondo piano sono la cow girl “Calamity Jane“, interpretata da Mary Woronow vista in “Rock ‘N’ Roll High School”, “Charlie’s Angels” e “Supercar” e la neo nazi “Matilda The Hun” una Roberta Collins un po’ in ombra rispetto ad altre pellicole come “The Big Doll House” o “Women In Cages” nelle quali spicca tutta la sua esuberante bellezza.
Spazio anche per Martin Kove “Nero The Hero” che oltre ad aver interpretato diversi film “Violenza Sull’Autostrada”, “Rambo” e qualche serie Tv è stato il cattivo della serie di “Karate Kid”.
“Death Race 2000” mostra anche diversi trucchi del mestiere, da buon b movie e una marea di bloopers. Dalle esplosioni che dovrebbero essere bombe sganciate da un aereo a scene in auto nelle quali manca un personaggio che ricompare poi subito dopo. Con scene, come già detto, gratuite e un finale eccessivamente assurdo, non c’è nulla da lamentarsi. Un rombante e divertente “B movie”.
Scheda Tecnica
Titolo Originale: Death Race 2000
Titoli Alternativi: Frankensteins Todesrennen, Herrscher der Straße, Herrscher der Straße – Frankensteins Todesrennen, Herrscher der Strasse (Austria e Germania), Ölüm yarisi 2000 (Turchia),
Anno 2000 la corsa della morte (Italia), Carrera mortal (Venezuela), Carrera mortal 2000 (Argentina), Corrida da Morte – Ano 2000 (Brasile), Corrida da morte no ano 2000 (Portogallo), Dødsrace 2000 (Danimarca), Etos 2000: Koursa thanatou, Rally thanatou sto etos 2000 (Grecia),
Halálos futam 2000 (Ungheria), Kalmanralli 2000 (Finlandia), La carrera de la muerte del año 2000 (Spagna), La course à la mort de l’an 2000, Les seigneurs de la route (Francia), Sasikvdilo rbola 2000 (Georgia) Wyscig smierci (Polonia)
Anno: 1975
Nazione: Usa
Regia: Paul Bartel
Cast: Sylvester Stallone, David Carradine, Simone Griffeth, Mary Woronov, Roberta Collins, Martin Kove, Louisa Moritz, Don Steele
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