5 bambole per
la luna d’agosto
Che sono una sporca sgualdrina, per questo mi faccio la doccia così almeno sarò una sgualdrina pulita. E poi mi hai chiesto come si fa ad andare con un cameriere. Caro dobbiamo fare qualcosa per le classi lavoratrici
Lo dice Lui e tutti a dargli ragione. Più o meno tutti. E va bene, Mario Bava è un mito del cinema fatto in casa, lo adoriamo, ma non siamo d’accordo sul fatto che secondo lui, questo film non sia riuscito bene.
A cascata poi, critici e pubblico l’hanno assecondato, lasciando a un piccolo gruppo resistente il compito di parlar bene di questo film. Noi siamo tra quelli, ma dobbiamo anche ammettere che “5 bambole per la luna d’Agosto” non è tra i migliori della vasta filmografia del regista e non è nemmeno fondamentale nella storia del cinema.
Questo thriller del 1970 ha i suoi buoni difetti. Una trama molto sottile, scontata se volete, che a volte diventa troppo cervellotica, senza contare un finale assurdo. Ma “5 bambole per la luna d’Agosto” ha una serie di cose molto positive come un’estetica eccezionale, una colonna sonora meravigliosa composta dal solito immenso Piero Umiliani ed altre piccole caratteristiche che ci portano ad apprezzarlo.
E possiamo dire che ci piace fin dall’inizio. Con l’apatia da borghesia annoiata, con una giovane Fenech che balla sexy e scatenata, sulle zoomate del regista. Ci piace anche dopo, quando vediamo una seducente scena con biglie trasparenti che rotolano giù dalle scale. E restiamo affascinati dal tormentone horror della pellicola, lo stoccaggio dei morti, uno ad uno, nel cellophane e poi in una cella frigorifera, azioni annunciate da un’ipnotica musichetta.
Sarà già chiarissimo che l’ambiente è pop, fatto di oggetti che farebbero impazzire ogni arredatore o più semplicemente un appassionato dei tardi anni sessanta e inizio settanta. Design smodato, architettura da manuale, roba che oggi finirebbe sotto l’etichetta di “vintage”. Perfettamente in sintonia con il luogo troviamo dei borghesi che passano il tempo tra feste e tradimenti dei rispettivi partner. Non è tutto allegro però, perché questo posto colorato è anche un luogo tragico nel quale diverse persone invitate in una villa su un’isola di proprietà di un ricco industriale, per cercare di convincere uno scienziato a vendere una sbalorditiva formula, piano, piano iniziano ad essere uccise. Riassumendo e se vi piacciono i paragoni questa è una versione pop di “Dieci Piccoli Indiani” di Agatha Christie.
Da thriller “5 Bambole Per La Luna D’Agosto” diventa un mistero archeologico quando parliamo delle sue location. Secondo IMDB sarebbe stato girato ad Anzio a Tor Caldara, ma è una tesi che non convince diverse persone, così come il fatto che la scalinata che si vede nelle ultime scene sia quella dell’EUR di Roma. Quello che è quasi certo è che l’esterno della villa sia uno dei tanti artifizi del grande Bava.
Nazione: Italia
Casa di Produzione: Produzioni Atlas Consorziate
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