Maid Droid
I was originally human.But I died.Before I died, I copied my mind. My will, memory, and feelings……and what is called my spirit, is all built in.
È difficile dire quale sia il nesso tra Asimov e Collodi. Forse niente. Forse un bel po’ di fantasia. Perché comunque il fine ultimo era lo stesso e lo possiamo proprio dire: raccontare, far sognare i lettori e “portarli” in posti mai veduti.
Che poi trasformare un burattino in essere umano sia in fin dei conti fantascienza, è un altro discorso, che fa parte dei nostri pensieri cervellotici.
Ma non divaghiamo. Il parallelismo tra i due scrittori al quale nessuno aveva mai pensato, è presente in questa pellicola giapponese del 2009 per la regia di Naoyuki Tomomatsu un regista poliedrico e assolutamente interessante che abbiamo già visto in “Zombie-Self Defence Force”.
Che poi trasformare un burattino in essere umano sia in fin dei conti fantascienza, è un altro discorso, che fa parte dei nostri pensieri cervellotici.
Ma non divaghiamo. Il parallelismo tra i due scrittori al quale nessuno aveva mai pensato, è presente in questa pellicola giapponese del 2009 per la regia di Naoyuki Tomomatsu un regista poliedrico e assolutamente interessante che abbiamo già visto in “Zombie-Self Defence Force”.
Tomomatsu crea una pellicola affascinante, che si lascia seguire con attenzione, malgrado i suoi buoni difetti e una certa serie di critiche non proprio positive che ha generato, assieme ai premi che ha ricevuto.
Asimov e Collodi, Collodi e Asimov, viaggiano in parallelo usando lo stesso mezzo: lo chassis dei droidi un argomento, la robotica, che Tomomatsu riutilizza anche in altri film.
Non si incontrano mai i due scrittori ma si limitano a sfiorarsi a guardarsi da lontano. E così assistiamo a due storie. Quella d’amore del Signor Ueno. E quella delle indagini su un pericoloso serial killer.
Il primo è un uomo solo, che vive da anni con una “Maid Droid” rimasta paralizzata perché le sue batterie non sono più in commercio. C’è l’amore fra i due, da diverso tempo un amore platonico o quasi, fatto di sentimenti e poco contatto, perché tra l’altro lei non supporta l’applicazione “Sesso”. Collodi, Pinocchio, citato più e più volte sono il riferimento e il sogno di questa storia che a parte qualche scena soft-core è molto poetica.
Non si incontrano mai i due scrittori ma si limitano a sfiorarsi a guardarsi da lontano. E così assistiamo a due storie. Quella d’amore del Signor Ueno. E quella delle indagini su un pericoloso serial killer.
Il primo è un uomo solo, che vive da anni con una “Maid Droid” rimasta paralizzata perché le sue batterie non sono più in commercio. C’è l’amore fra i due, da diverso tempo un amore platonico o quasi, fatto di sentimenti e poco contatto, perché tra l’altro lei non supporta l’applicazione “Sesso”. Collodi, Pinocchio, citato più e più volte sono il riferimento e il sogno di questa storia che a parte qualche scena soft-core è molto poetica.
Opposta nel linguaggio invece è l’altra storia, dove violenze e stupri sono il nucleo centrale, basati sulle regola della robotica di Asimov, che qui non funzionano proprio benissimo.
Una serie di omicidi ai danni di donne, stuprate e uccise, sono il fatto sul quale la polizia indaga. A capo delle indagini c’è una giovane e bella detective che si spinge fino ai bassifondi per scoprire la verità. Laggiù nel marcio della società incontra inevitabilmente personaggi strani, come un cervello umano trapiantato su una marionetta.
Droidi e ancora Droidi. Quelli animali, simpatici passatempi per famiglie, abbandonati poi nel tempo e diventati selvaggi e le già citate cameriere, la cui versione moderna è una macchina per il sesso, una riproduzione fedele di una donna in tutti i dettagli, pronta a soddisfare l’uomo di turno. Questo tipo di Droide è l’unico anello di congiunzione tra le due storie, un varco che ci porta da una parte all’altra. Va detto che questa è anche la parte, piccola, nella quale “Maid Droid” spinge sull’erotismo, facendoci vedere un possibile cliente che prova la merce in tutte le sue funzioni. L’impatto è forte e come diverse critiche hanno già descritto, di grande misogenia. Ma a guardar bene c’è di più sotto, c’è una critica ferocissima alla società giapponese moderna, evidentemente più attratta dalla tecnologia che dai rapporti umani. Non che da queste parti la questione sia diversa.
Con quel briciolo di follia nipponica, questo resta comunque un buon film, critiche o no, interessante nel suo linguaggio e nella sua poetica di fondo.
Con quel briciolo di follia nipponica, questo resta comunque un buon film, critiche o no, interessante nel suo linguaggio e nella sua poetica di fondo.
Titolo Originale: Rôjin to rabudôru: Watashi ga shochô ni natta toki…
Titoli Alternativi: Maidroid (internazionale), AI kôkando sensâ tôsai: Meidoroido (Giappone), Maid-Droid (USA)
Titoli Alternativi: Maidroid (internazionale), AI kôkando sensâ tôsai: Meidoroido (Giappone), Maid-Droid (USA)
Anno: 2008
Regia: Naoyuki Tomomatsu
Cast: Hiroshi Fujita, Hiroyuki Kaneko, Masayoshi Nogami, Yoko Satomi, Anri Suzuki, Mari Yamaguchi, Akiho Yoshizawa
Durata: Gensou haikyuu-sha Ltd
Social Profiles