Strippers
Vs
Werewolves
No werewolves were harmed during the making of this motion picture
Tempi duri per i lupi mannari che vanno negli strip club e tempi da sempre duri per le spogliarelliste, fatte a pezzi, mangiate, trasformate in qualcosa in numerose storie. Ma i tempi sono duri anche per Jonathan Glendening eclettico artista che ha fatto un po’ di tutto nel mondo cinema e diretto film di generi diversi. Glendening qui però, sbaglia decisamente tutto e la lista degli errori è lunga: innanzitutto spreca un titolo che poteva aprire diverse strade, si dimentica praticamente sempre di usare il british humor, che tanto ha dato anche nell’horror, butta via un cast di star e soprattutto perde l’onda giusta, quella della moda dei revival dei b movies.
E se non vi basta banalizza pure i tanti omaggi presenti a pellicole come “An American Werewolf in London”, “Monster Squad” e a un grande lupo come Lon Chaney Jr.
Ambientato in uno strip club, cosa banale già di suo, che però giustifica le immancabili tette da b movie, “Strippers Vs Werewolves” ha un inizio esplosivo, nel vero senso della parola. Promette bene, ma poi in fretta finisce in una lunga guerra di trincea fatta di parole, poca azione, poco sangue e pure poche tette.
Resta il cast di stelle e lo diciamo senza esagerare. C’è il mitico Robert Englund che si ritrova in questa storia e ci fa pensare a un sorta di unione con le sue “Zombie Strippers” del 2008, c’è Alan Ford che interpretava Brick Top in “The Snatch” e il narratore in “Lock & Stock”, (per citare due film noti a tutti) e soprattutto c’è Steven Berkoff. Londinese, apprezzatissimo attore di teatro e di TV, raggiunge la notorietà grazie ovviamente ad alcuni film mainstream degli anni ottanta: “Octopussy” del 1983, “Beverly Hills Cop” con Eddie Murphy e “Rambo II”, nei quali interpreta sempre la parte di un cattivo. Altri nomi noti molto al pubblico inglese sono Lysette Anthony, Sarah Douglas e Billy Murray.
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