Erotibot
No one wants to be create as a failure
Il Giappone visto da occhi lontani è un posto che mischia l’hi-tec, con una vita frenetica che sfocia a volte in un cinema folle. Non sappiamo se la vita in Giappone sia esattamente così (però se ci pagate il viaggio andiamo a vedere e poi ve lo diciamo), sappiamo invece che ogni volta che vediamo un film giapponese, restiamo stupiti da quelle che ci sembrano follie. In questo caso si parla di androidi e di alta tecnologia, in un film adorabile del 2011, per la regia di Naoyuki Tomomatsu, quello di “Zombie Self Defence Force”, di “Maid Droid” e co-regista di “Vampire Girl Vs Frankenstein Girl”, tra i film che abbiamo recensito.
Il titolo originale tradotto in inglese, suona un po’ diversamente (scusate eventuali inesattezze, abbiamo tradotto gli ideogrammi dal giapponese con Google) ed è così: “Erotic house of splendid family-daughter of a dream or truth of Butler Electric”, massacrato nella traduzione con questo ammiccante “Erotibot”.
Al di là delle commercializzazione, Tomomatsu, crea una pellicola che è un mix di generi che passano con scioltezza dallo sci-fi, alla commedia a pennellate di splatter e a qualche punta di erotismo. Trattasi di un pimpante viaggio, in una vicenda semplice, girata con pochi mezzi e con ampio uso di effetti digitali a dire il vero non così hi-tec. In ogni caso il risultato male non è, regala momenti divertenti e una giusta dose di sangue che a noi amanti di un certo cinema piace sempre molto. Gli spizzichi di erotismo e la presenza di una particolare star come Maria Ozawa alzano il livello estetico della pellicola.
La sorellastra di Tamayo però, che vuole solo per se l’eredità, assume un detective per ritrovare la sorella e per hackerare gli automi con l’intento di uccidere la rivale. Lei se ne va in giro con un sexy costumino in pelle e velleità assassine. Si intenerisce soltanto di fronte a “numero 1”, un gran bel pezzo di androide.
Lo scontro è inevitabile e regala negli ultimi minuti della pellicola un bel po’ di splatter, forse un po’ troppo tardivo. Il lato comico è rappresentato dalla clownerie romantica di Sukekiyo, incapace di fare qualunque cosa e sempre pronto a soddisfare/conquistare la sua padroncina. Tamayo invece, introdotta al sesso da “numero 1” programmato anche per insegnare queste cose, è lo stereotipo della ragazza giapponese piccola, curiosa e timida, che si scontra con la potente ed esuberante sorellastra, Tsukiyo, questo il suo nome, che gira armata di spada e sparge violenza ed erotismo in ogni dove, toccando il top con l’utilizzo solo carnale di “numero 1”.
Con questo personaggio Tomomatsu gioca sul sicuro, affidando il ruolo a Maria Ozawa, un AV Idol, di madre giapponese e padre canadese che ottiene notevoli apprezzamenti per via della sua espressione esotica, che a seconda di dove voi vivete, potete individuarla nei tratti giapponesi oppure in quelli caucasici. A parte ciò la Ozawa effettivamente spicca per questo ottimo miscuglio e in effetti la carriera riflette la sua bellezza. A parte una serie infinita di film hard di tutti i generi, ha partecipato anche a serie TV e a commedie.
Scheda Tecnica
Titolo Originale: Karei naru erogami-ke no ichizoku: Shinsô reijô wa denki shitsuji no yume o miru ka
Titoli Alternativi: Erotibot (Internazionale), Erotibot – It’s Always a Pleasure (Germania), Erotibot: The ‘Special Extension’ Version (Austria), Nippon Splatterotics 3 (Internazionale)
Nazione: Giappone
Anno: 2011
Regia: Naoyuki Tomomatsu
Cast: Maria Ozawa, Yasunori Tanaka, Fukuten, Yuya Tokumoto, Asami
Durata: 87′
Casa di Produzione: Klock Worx Company, The, Leone
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