La casa
sperduta nel parco
David Hess … star of “Last House on the Left” is loose again … DON’T GO IN THE PARK!
Due minuti, musica da disco anni ottanta e scena di stupro. Si sa che Ruggero Deodato non si è mai posto grandi limiti e qui alle prese con un “rape revenge”, che nel titolo cita “The Last House On The Left” e che prende idee e strutture un po’ di qua, un po’ di là, di certo non cambia il suo stile. Per fortuna.
Il legame con il “totem” di Craven è cementato anche dalla presenza di David Hess nuovamente protagonista e nuovamente in un ruolo da psicopatico (e non è la seconda volta).
A differenza però di Craven, Deodato si spinge maggiormente sul lato della cattiveria, facendo apparire entrambi le parti in causa come cattive. Anzi, per un po’ ci si sente di giustificare l’incazzatura dei due cattivi, due “proletari” di professione meccanici, presi in mezzo in un’annoiata festa borghese. Per un po’ dicevamo, poi tutto cambia e alla fine ci si trova a odiare entrambi le parti in causa.
Il legame con il “totem” di Craven è cementato anche dalla presenza di David Hess nuovamente protagonista e nuovamente in un ruolo da psicopatico (e non è la seconda volta).
A differenza però di Craven, Deodato si spinge maggiormente sul lato della cattiveria, facendo apparire entrambi le parti in causa come cattive. Anzi, per un po’ ci si sente di giustificare l’incazzatura dei due cattivi, due “proletari” di professione meccanici, presi in mezzo in un’annoiata festa borghese. Per un po’ dicevamo, poi tutto cambia e alla fine ci si trova a odiare entrambi le parti in causa.
Un’atmosfera anni ottanta avvolge tutta la storia, quasi a sembrare una specie di “Saturday Night Fever”, con le musiche di Ritz Ortolani che creano un azzeccato contrasto con la storia. Purtroppo però Deodato a un certo punto esce di strada. A un certo punto annoia, poi esagera con la violenza e con l’erotismo, concludendo la storia con un finale assolutamente poco credibile.
Peccato perché per il resto “La Casa Sperduta Nel Parco” ha un senso, soprattutto dal lato tecnico. Ha un’ottima fotografia e la già citata colonna sonora senza contare gli attori con il bravo David Hess, spalleggiato da un agitato Giovanni Lombardo Radice, un grande del cinema di genere e dalla conturbante Annie Belle. Completano il cast altre spalle note all’epoca come Loiranne De Selle, Christian Borromeo e Brigitte Petronio.
Questa storia di violenza casalinga ha come protagonisti i meccanici Alex e Ricky. Alex che un anno prima è stato l’autore di uno stupro violentissimo, viene invitato con l’amico a una piccola festa di ricchi in una elegante villa (sperduta nel parco…). Lì dentro Ricky viene truffato a poker, mentre Alex è erotizzato fino all’eccesso. Queste due cose scatenano la loro ira che si riversa senza pietà sui presenti. La verità però non è quella che sembra.
Girato dopo il mitico “Cannibal Holocaust”, per motivi economici, ha lo stesso cast tecnico ed ebbe problemi con la censura e anche una critica feroce che lo bollò come altamente misogeno.
Peccato perché per il resto “La Casa Sperduta Nel Parco” ha un senso, soprattutto dal lato tecnico. Ha un’ottima fotografia e la già citata colonna sonora senza contare gli attori con il bravo David Hess, spalleggiato da un agitato Giovanni Lombardo Radice, un grande del cinema di genere e dalla conturbante Annie Belle. Completano il cast altre spalle note all’epoca come Loiranne De Selle, Christian Borromeo e Brigitte Petronio.
Questa storia di violenza casalinga ha come protagonisti i meccanici Alex e Ricky. Alex che un anno prima è stato l’autore di uno stupro violentissimo, viene invitato con l’amico a una piccola festa di ricchi in una elegante villa (sperduta nel parco…). Lì dentro Ricky viene truffato a poker, mentre Alex è erotizzato fino all’eccesso. Queste due cose scatenano la loro ira che si riversa senza pietà sui presenti. La verità però non è quella che sembra.
Girato dopo il mitico “Cannibal Holocaust”, per motivi economici, ha lo stesso cast tecnico ed ebbe problemi con la censura e anche una critica feroce che lo bollò come altamente misogeno.
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