20 Febbraio 2014,
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Vahsi Kan
They want to kill you. They don’t know you. There might be intense
action. Answer me. I came here to stop this. You must listen to me
John Rambo e le sue incredibili avventure oltre le umane possibilità in un mondo che lo rifiuta, sono davvero nulla al confronto di quelle pensate del “Jet Director” Çetin Inanç.
Tre anni prima di plagiare il secondo capitolo dell’eroe interpretato da Stallone, il regista turco si butta in maniera più discreta sull’episodio numero uno e lo fa con un altro esempio dell’autarchia del cinema turco, con “Vahsi Kan”, che tradotto letteralmente in inglese suona come “Wild Blood”.
La grande fantasia di Inanç che abbiamo già apprezzato in altri lavori e la cronica mancanza di mezzi, ci mette di fronte al solito film terribilmente divertente, terribilmente trash, capace però di utilizzare una serie piuttosto ampia di generi cinematografici.
L’eroe/star è Cüneyt Arkin, che abbiamo visto nel pregevolissimo “Dunyayi Kurtaran Adam” e che si muove in una storia che oltre all’avventura prende caratteristiche dal melodramma, dalla bikexplotation, dagli zombie, dalle arti marziali e ci mette pure un sorprendente piccolo momento di erotismo.
Il pasticcio di Inanç questa volta, è una storia che a parte far ridere di gusto si segue con piacere e con dovuta grande attenzione per non perdere nemmeno una delle tante sfumature presenti.
L’inizio è già spiazzante, un’auto con un signore, un bambino e una ragazza è assalita da una serie di cattivissimi paramilitari, che si fingono (o lo sono veramente? chissà!) zombie e che uccidono l’uomo, il bambino e cercano di violentare la donna. Nello stesso momento passa un gruppo di militari che sta accompagnando a piedi (…) in tribunale un pericoloso prigioniero, Riza, il nostro Rambo. Aggrediti, massacrati, Riza riesce a fuggire e dopo essere stato picchiato a sangue da una gang di motociclisti che incontra per caso, inizia la sua avventura nella foresta in stile Rambo. Ed è lì che ritrova la ragazza dell’inizio, protagonista poi della scena erotica. No, non fa sesso con Riza, il quale non sembra assolutamente interessato all’argomento, ma mostra una tetta durante il bagno nel fiume.
Come nel soggetto originale, Riza è braccato da una serie di persone cattivissime mandate da Hasmet che vuole vendetta, perché a suo dire, “Rambo”, avrebbe causato al figlio una grave menomazione. Hasmet, interpretato da Hüseyin Peyda, un cattivo del cinema turco, anche lui visto in “Dunyayi Kurtaran Adam”, è uno di quei boss locali tutto soldi, malaffari, donnine (incredibilmente brutte) e amore melodrammatico per il figlio. Quest’ultimo invece è uno psicopatico sulla sedia a rotelle che utilizza anche il più bel marchingegno di tutto il film, un esplosivo che aziona appoggiandosi allo schienale della sedia e che seppur vicino non lo colpisce e non provoca l’onda d’urto. Hasmet e figlio sono spalleggiati all’inizio dalla comunità locale che crede loro ciecamente, ma poi le loro menzogne e soprattutto la voglia di giustizia del Rambo del Bosforo, cambiano le cose.
Rispetto a “Korkusuz” interpretato dal culturista Serdar Kebabçilar i muscoli sono decisamente meno e la grande star Cüneyt Arkin gioca più con lo sguardo magnetico e con l’astuzia, anche nei momenti in cui combatte a corpo a corpo. Momenti nei quali la pellicola viene velocizzata per dare un senso più dinamico al tutto.
Non c’è che dire: questo è un bel capitolo di cinema folle, realizzato da un regista che non sbaglia un colpo.
Scheda Tecnica
Titolo Originale: Vahsi Kan
Titoli Alternativi: Turkish First Blood
Regia: Çetin Inanç
Cast: Cüneyt Arkin, Hüseyin Peyda, Emel Tümer, Arzu Aytun, Oktar Durukan, Baykal Kent, Turgut Özatay, Ali Pehlivan, Sinasi Ercan
Anno: 1983
Nazione: Turchia
Durata:90’
Casa di Produzione: Anit Ticaret
Adoro Cuneyt Arkin! Questo me lo devo recuperare… si trova con qualche sottotitolo comprensibile? 🙂