Loft
Siamo orgogliosamente tra quelli che non capiscono l’arte contemporanea. Siamo tra quelli che restano disorientati di fronte ad alcune installazioni e di fronte alla video arte. E non ci piacciono quegli artisti che quando raggiungono tale status hanno il permesso di fare qualsiasi cosa. Qualsiasi orrenda cazzata. Perché sono appunto artisti.
Ed è forse per questo che abbiamo così tanti problemi nel capire questo film, amato dal pubblico e dalla critica, che si muove su un fondo di arte contemporanea, per esplodere in una storia che non è post-punk, post-nuke, erotica o rape ravenge.
Allora che cosa è questo film tedesco del 1985? Ce lo siamo chiesti più volte negli ottantaquattro minuti che raccontano una storia che mette le carte in tavola quasi subito e che segue il suo corso senza particolari colpi di scena o idee registiche, eccetto qualche momento in cui si nota la ricerca di una fotografia di alta qualità. Noioso, lento e senza quelle cose tipiche dei generi ai quali fa, o almeno dovrebbe fare, riferimento, cioè la violenza e l’erotismo, ha avuto come già detto critiche positive che sottolineano la potenza dell’incubo e il minimalismo dell’ambientazione che però a noi paiono entrambe molto trattenute e ci fanno pensare più che al minimalismo dell’ambientazione ai classici limiti di budget.
Alla regia troviamo Eckhart Schmidt, un regista famoso, importante, che prima di girare questo film, entra a far parte di diversi gruppi di cineasti tedeschi impegnati di Monaco di Baviera, fonda una rivista di musica, una casa cinematografica indipendente e realizza il suo film più famoso “Der Fan”.
L’idea di “Loft” è potenzialmente molto interessante e ci lascia il grazioso dubbio che tutta la storia possa essere una critica alla società borghese, per nulla interessata all’arte o una critica più generale a un mondo che ha perso la ragione, la poesia e i valori.
Ci troviamo in una Germania “post-nuke” dove la guerra impazza in ogni dove. Ma nonostante questo ci sono ancora artisti che esibiscono le proprie opere e c’è gente, borghese, che continua ad andare a vederle.
Raoul e Raphaela sono due fidanzati che si recano a una mostra. In realtà l’esposizione non sembra interessargli molto e preferiscono trovare un luogo appartato dove fare sesso. Questo menefreghismo però non piace agli artisti che alla fine della serata segregano i due, li picchiano, li importunano e quant’altro che potete immaginare.
Raoul e Raphaela cercano con ogni mezzo di fuggire da questa trappola, ma non è affatto semplice. In realtà quello che può sembrare una semplice reazione a una mancanza di rispetto, nasconde sentimenti più profondi da parte degli aguzzini, che mostrano lati poetici, colti e sognatori.
Messaggio interessante, ma il mezzo a noi non convince. E picchiateci pure.
Scheda Tecnica
Titolo Originale: Loft
Titoli Alternativi: Loft – Die neue Saat der Gewalt
Nazione: Germania
Anno: 1985
Regia: Eckhart Schmidt
Cast: Andreas Jung, Rebecca Winter, Ralph Schicha, Karl-Heinz Von Liebezeit, Catarina Raacke, Paul Baur, Max Tidof, Sibylle Rauch
Casa di Produzione: Barbara Moorse Workshop, KF Kinofilm, Wolfgang Odenthal Filmproduktion
Durata: 84’
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