The Mummy’s Kiss
Ci piacerebbe essere divulgatori di cultura, fare i documentaristi, parlare dell’antico Egitto e dirvi che già all’epoca c’era un ampio uso del silicone. Chirurghi estetici così bravi che poi le pazienti erano molto invogliate a mostrare il risultato. Cioè, facevano vedere le tette. Spesso.Suona bene, vero? E sarebbe bello studiare questa storia, conoscere la vita di principesse e sacerdotesse disinibite che pensavano a divertirsi e nient’altro. Per poi resuscitare ai nostri giorni.Niente, dispiace, non è così. Questa è solo la trama di un filmetto che potremmo definire inutile alla storia del cinema. Uno di quei film che mettono dentro con la forza chili di carne nuda, scene lesbo e una trama più facile che mai. Uno di quei film che ci piacciono, certo, perché sono innocui, perché sono un bel passatempo e perché la qualità e la quantità dei nudi non è per niente male.
Ma “The Mummy’s Kiss” ci fa un po’ meno simpatia, perchè vorrebbe spacciarsi per horror, e prende, nientemeno, che le note de “Il lago dei cigni” di Tchaikovsky piazzate in apertura su ragazza, ovviamente, in topless.
A parte due o tre scene con una mummia marcescente, fatta tra l’altro bene, tutto il resto di “The Mummy’s Kiss” come già il titolo suggerisce non punta di certo all’horror.
In una facoltà degli Stati Uniti arriva il sarcofago contenente la mummia di Hor-Shep-Sut una specie di sacerdotessa lesbo barbaramente uccisa che aveva una storia con la principessa Hat-Em-Akhet.
Quest’ultima è identica a una studentessa di nome Ana, fidanzata con un anziano professore. Nel magazzino dove il sarcofago è stato stoccato, un addetto alla sicurezza per errore scoperchia tutto e dona nuova vita allo spirito della sacerdotessa. Lei così se ne va in giro mezza nuda a cercare di finire un antico rituale e di riconquistare la sua vecchia amata. Ampio spazio anche per diversi flash back che illustrano la leggiadra vita di Hor-Shep-Sut. Solite indagini, momenti hot, piani, momenti hot, misteri svelati, momenti hot, morti innocenti e momenti hot.
Girato in digitale è un prodotto che ha una regia e una recitazione semplicissima ed è stato creato con l’idea di fare un sequel “The Mummy’s Kiss: 2nd Dynasty” effettivamente uscito poi nel 2006. Tutto lì.
Le cose più interessanti forse le troviamo nella crew e nel cast. A iniziare dal regista Donald Glut che per tanti anni ha lavorato come autore per diverse e importanti serie di animazione americane e poi ha tratto da “Empire Strikes Back” un ottimo romanzo. Va a sapere poi perché da fine anni novanta svolta nel cinema soft-core/exploitation, tra dinosauri, vampiri e mummie.Come attrici ci sono diverse modelle di Playboy capeggiate dalla statuaria Mia Zottoli (la sacerdotessa) che dopo essere cresciuta in una famiglia ultra cattolica, finisce a Los Angeles, poi su “Playboy” e contemporaneamente in tanti “B Movies”. A parte questa bella attrice e modella e a parte Katie Lohmann e Regina Russell presenti in diverse serie tv, il volto più noto qui è Richard Lynch un famoso cattivo del cinema, morto nel 2012.
Titolo Originale: The Mummy’s Kiss
Titoli Alternativi: El Beso De La Momia (Venezuela)
Anno: 2003
Nazione: USA
Regia: Donald F.Glut
Cast: Mia Zottoli, Sasha Peralto, George Thomas, Aysia Lee, Richard Lynch, Arthur Roberts, Katie Lohman
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