La bella Antonia prima Monica e poi Dimonia

 La bella Antonia

prima monica

e poi Dimonia

 -Possibile? Qui sotto non tenete niente!
-Per voi è niente? Sentitelo meglio signore mio…
-Ah sì l’ho sentito ma io sto parlando delle mutande
-Le che?
-Le mutande! L’ultima moda arrivata da Milano!
-E che diavoleria sarebbe?
-Ma come non lo sapete? Oggi le donne le portano tutte le mutande! Firenze, Roma, Bologna, città piene di mutande!

Canzoncina catchy e grande mostra delle fattezze della splendida Malisa Longo. Non che vogliamo passare per i soliti maiali attratti dalle tette, però c’è solo una cosa da dire in questo caso: questo è un grandissimo inizio.
Aiutato anche da un titolo interessante, il film di Mariano Laurenti promette bene. Promesse che però col passare del tempo non vengono mantenute facendoci ricordare che quegli erano gli anni in cui un titolo ti dava tutto o quasi. Se il buon Mariano Laurenti si fosse fermato alla canzone “La Mutanda-ndà” e soprattutto alle tette della Longo, sarebbe stato decisamente meglio. Invece la pellicola continua e ci obbliga, per trovargli un senso (e giustificarne la visione) a dire che Laurenti qui fa le prove generali per il totem del decamerotico, cioè l’inarrivabile “Quel Gran Pezzo Dell’Ubalda Tutta Nuda e Tutta Calda”.


Qui invece pur avendo un grandissimo cast, una ancor più grande location (la città di Gubbio) e mettendo in piedi unLa Bella Antonia Prima Monica Poi Dimonia notevole sforzo registico non riesce a creare una storia interessante o almeno a farci ridere con le classiche gag pecorecce. Per meglio dire non riesce a rimanere sui livelli dell’inizio scoppiettante che a parte le tette della Longo, mostra anche qualche momento comico ben pensato.
Alla lunga non resta che concentrarsi su Malisa Longo e Edwige Fenech, due bellissime che “duellano” a distanza senza vincitori né vinti, con lo strano utilizzo del cantante Piero Focaccia nel ruolo poco credibile di Playboy (Don Backy fece lo stesso e meglio in “Quando Le Donne Si chiamavano Madonne”) come anello di congiunzione. Gli affidabili comprimari Riccardo Garrone, Tiberio Murgia, Luciana Turina, Umberto D’Orsi e Romano Malaspina (noto doppiatore), completano il cast di
La Bella Antonia Prima Monica Poi Dimoniaquesto film del 1972.

 Antonia, interpretata da Edwige Fenech vuole sposare il suo amato Folco Piccolomini (Romano Malaspina), ma l’unione è osteggiata dalle rispettive famiglie, con i padri Giovanni Piccolomini (Riccardo Garrone) e Domenico Mencaglia (Umberto D’Orsi) sul piede di guerra, per questioni di doti. A dare consigli giusti ci pensa il pittore Claudio Fornari (Piero Focaccia), playboy che se la spassa con un buon numero di donne del villaggio, tra le quali Caterina (Malisa Longo) moglie dell’oste. Lui ingaggiato per fare un ritratto ad Antonia, fa conoscere alla popolazione locale una graLa Bella Antonia Prima Monica Poi Dimoniande innovazione che arriva direttamente da Milano: la mutanda.
Storie parallele che s’intrecciano si sfiorano e che vedono Antonia rifugiarsi in convento per la disperazione dell’amore negato. Ma l’happy ending è naturalmente dietro l’angolo, Antonia sposa Folco, lo tradisce durante il banchetto di nozze e il pittore è rimpianto dalle sue tanti amanti.
Grande successo di pubblico all’epoca per una storia tratta dagli scritti di Pietro Aretino un grande ispiratore del decamerotico e scritta per il grande schermo da Carlo Veo altrettanto fondamentale per le commedie erotiche all’italiana.

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La Bella Antonia Prima Monica Poi DimoniaScheda Tecnica
Titolo Originale: La bella Antonia prima Monica e poi Dimonia
Titoli Alternativi A Bela Antônia (Brasile), La bella Antonia, primero monja despues demonio (Spagna), Wehe, wenn die Lust uns packt (Germania), Y Jaimito que no es tonto (Spagna), Naughty Nun (UK)
Anno: 1972
Regia: Mariano Laurenti
Cast: Edwige Fenech, Piero Focaccia, Malisa Longo, Riccardo Garrone, Luciana Turina, Romano Malaspina
Durata: 78′
Casa di Produzione: Flora Film, National Cinematografica, Lea Film

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