Werewolf in a
Women’s Prison
No rats, humans or werewolves were hurt while making this movie
Scomodiamo paragoni importanti, il lupo mannaro non è più a Londra, ma è in una prigione femminile. E no che non stiamo esagerando con i parallelismi, perché oltre al titolo, diverse citazioni rimandano al divertente film di John Landis del 1981 e anche ad altre pellicole.
Deve aver pensato in grande il regista Jeff Leroy quando ha scritto a quattro mani la sceneggiatura di questo lavoro, che però non è altro che il solito b movie che mischia tette, lesbo, scene softcore e squartamenti di vario tipo.
Girato in digitale e in pochi ambienti, con un’estrema povertà di mezzi (il mostro è ridicolo come il sangue che scorre) fa affidamento su un cast d’indiscussa qualità coinvolto in diverse scene più che adeguate per il genere. Regia, fotografia e recitazione come se non ci fossero e insomma, va detto, il film è brutto quanto basta, ma dà allo spettatore quanto promesso, diventando così un più che (in)decente B Movie.
Vincitore anche di un premio al Syracuse Horror Film Festival “Werewolf in a Women’s Prison” ha come protagonista Victoria De Mare una screamqueen che sta avendo un crescente successo nel cinema horror indipendente. Con lei diversi attori provenienti da svariate nazioni, come Eva Derrek ex ginnasta tedesca e hostess, la brasiliana Jackeline Olivier, lo stimato italiano Domiziano Arcangeli e la latinoamericana Yurizan Beltran che rimane sicuramente impressa nello spettatore maschio. Indovinate perché.
Sarah Ragdale (Victoria De Mare) e il suo fidanzato Jack passano una notte in tenda in un posto isolato e sono attaccati da un licantropo (che sembra più un topo gigante). Lei viene morsa e lui ucciso.
Giudicata colpevole dell’omicidio, Sarah finisce nella prigione di Campuna, un luogo di detenzione, perverso quanto basta, comandato da una lesbo warden (Eva Derrek) e dal suo scagnozzo (Domiziano Arcangeli) che abusano e sfruttano le prigioniere. Sarah ben presto mostra la sua forza e si trasforma nel licantropo (o topo) che fa una carneficina nella prigione. C’è spazio per una storia d’amore, con la protagonista che s’innamora di un’altra prigioniera e come detto di diverse scene erotiche, che vanno da un isolamento in topless sotto il sole di Sarah e una compagna, ai più classici momenti softcore visti in diversi women in prison.
I riferimenti al lavoro di Landis sbucano tra una tetta e l’altra con Jack, in un’escalation di putrefazione che appare alla fidanzata, ma si citano in maniera minore anche “Godzilla”, “King Kong” “The Treasure of the Sierra Madre” e “The Silence of The Lambs”.
L’autoironia e la voglia di trash (e sesso) si vedono, le citazioni colte non sono male, ma se la realizzazione fosse stata migliore, avrebbe giovato alla pellicola che così rimane un semplice, b movie che rinfresca il genere women in prison.
Scheda Tecnica
Titolo Originale: Werewolf in a Women’s Prison
Titoli Alternativi: El hombre lobo de la cárcel de mujeres (Venezuela)
Regia: Jeff Leroy
Cast: Victoria De Mare, Eva Derrek, Vinnie Bilancio, Jackeline Olivier, Domiziano Arcangeli, Neto DePaula Pimenta, Kristen Zaik, Yurizan Beltran
Anno: 2006
Nazione: USA
Casa di Produzione: 8 Ball Stunts of Hollywood
Durata: 85’
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