Sye
We are going to play with their body and not the ball
La sensazione è che sia una sorta di vendetta per la colonizzazione. Uno sfottò nei confronti dei britannici e dei loro giochi imperialisti. In India però giocano a cricket, uno sport inglese amatissimo da quelle parti e quindi è chiaro: deve esserci stato qualche problema nella spiegazione delle regole del Rugby. Perché questo film del 2004, contiene una delle peggiori, improbabili e demenziali rappresentazioni cinematografiche del Rugby union.
Ed è per questo, (ma anche per qualcos’altro) e nonostante un grande successo al botteghino che “Sye” merita uno spazio su questo sito. Ma procediamo con calma.
Ci troviamo a Tollywood, nel cinema in lingua Telegu degli stati indiani Andhra Pradesh e Telengana. Ci troviamo con un regista di nome S.S. Rajamuoli che tutto quello che tocca trasforma in oro, capace anche di farsi apprezzare all’estero. E ci troviamo con un film di due ore e quarantasette minuti che contiene diverse storie.
La prima parte della pellicola è incentrata sul dualismo alla “West Side Story” tra due bande rivali che si affrontato nel MK College. Un college strano che ha due sezioni: arte e scienza. I primi si fanno chiamare “Claws” e i secondi “Wings”. Nomi di battaglia importantissimi. Le due fazioni se le danno di santa ragione, in ogni momento e senza esclusioni di colpi, al punto che una ragazza che finisce sul pullman sbagliato si ritrova un tatuaggio (fatto in movimento) con il logo del gruppo rivale. L’unica cosa che unisce i due gruppi è la passione per il Rugby.
Bhikshu Yadav è un criminale in piena escalation. Personaggio stereotipato, con lo sguardo torvo, la voce profonda, fisico possente e pure un anello bovino al naso.
Privi di un campo da Rugby i “Claws” e i “Wings”, autorizzati dal rettore, deforestano una zona e creano in pochissimo tempo uno stadio di ottimo livello. Il terreno però viene espropriato da Bhikshu Yadav che esclude i ragazzi. La rappresaglia di questi ultimi non si fa attendere, così come la violentissima risposta del criminale.
Seconda parte. Per far finire la guerra contro il cattivo si gioca una partita di rugby. I “Claws” e i ”Wings” che insieme diventano “Eagles” (con una fantastica animazione) contro gli uomini di Yadav, i “Bulls”. E qui si raggiunge l’apoteosi. Stadio strapieno. Diretta TV e cheerleader. Gli indiani per qualche ragione hanno dei problemi con i neozelandesi, perché la squadra dei criminali è vestita di nero e prima della partita fanno pure l’Haka. Le regole del Rugby sono completamente stravolte. Le mete (chiamate touchdown) valgono due punti, il calcio uno e l’arbitro fischia allo scadere dei quaranta minuti con azione in corso. Sfidiamo gli storici e appassionati: c’è mai stato un periodo con un regolamento del genere? A noi non risulta.
Per il resto è una vera carneficina. Colpi proibiti, fratture provocate di proposito, placcaggi a uomini senza palla, menomazioni, intimidazioni all’arbitro e rissa finale. Si chiude poi con momenti al limite dello splatter.
Balletti e palla ovale è senza dubbio un’unione interessante, originale, alla quale va aggiunta una sfumata storia d’amore e la solita imperdibile vicenda di impegno, onore e fatica con sconfitta del cattivo. Sembra un canovaccio da vecchio film di Bollywood e la cosa è piacevole. Peccato per le assurdità del Rugby che disperso tra il wrestling e la guerriglia urbana, crea un siparietto demenziale che abbatte il risultato finale, tanto quanto la cover di “Mr. Bombastic”.
S.S. Rajamuoli è un bravo regista si vede e lavora con le solite grandi star del cinema indiano (Bollywood e Tollywood) e ci offre un antipasto per l’imminente mondiale di Rugby. O qualcosa del genere.
Scheda Tecnica
Titolo Originale: Sye
Anno: 2004
Nazione: India
Regia: S.S. Rajamuoli
Cast: Nitin, Genelia D’Souza, Shashank Shekhar, Rajeev Kanakala, Pradeep Singh Rawat, Tanikella Bharani
Durata: 167′
Casa di produzione: Bharati Productions
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