Escape From
Blood Plantation
You forgot to count the first lash, you silly boy! And for that you should be rewarded
Quando uno guarda un “Women in prison”, non si aspetta altro che tette, torture e porcate varie. Solo quello. E ci mancherebbe altro.
E quindi è stata grande la nostra delusione di fronte a questa pellicola, perché qui abbiamo poche tette, poche torture e poche porcate varie.
I colpevoli di questa delusione, sono con ogni probabilità, gli artisti che stanno dietro a questa pellicola tedesca del 1983, ambientata e girata nelle Filippine.
Kurt Raab regista e sceneggiatore che per la prima e rara volta si siede dietro la macchina da presa, è un attore già molto famoso all’epoca per aver lavorato con importanti registi e per essere uno dei fedelissimi di Fassbinder. Anche Peter Kern, qui nel ruolo di produttore è un artista famoso e impegnato, che ha diviso la sua carriera tra teatro e cinema.
Non è da meno, il protagonista, Udo Kier, uno che può vantare collaborazioni con Fassbinder, Borowczyk e Von Trier, per non parlare di Barbara Valentin, la protagonista femminile, altro grande nome che troviamo in questa pellicola.
Che cosa ci facciano tutti questi intellettuali impegnati in un film del genere, è una cosa facile da capire: la solita e pura questione di soldi.
A quanto riporta una fonte Raab e Kern, volevano tirar su un po’ di soldi facili per poi riutilizzarli in qualche lavoro più personale (cioè ricercato).
Trovano un produttore filippino e un regista, ma la produzione s’interrompe, perché il produttore finisce in bancarotta lasciando il lavoro incompiuto. Per qualche motivo sconosciuto, invece di tirarsi indietro Kern e Raab prendono in mano la situazione e completano il lavoro.
Non sappiamo con certezza se le cose siano andate così, ma in ogni caso questi intellettuali tedeschi mettono le mani in una cosa che non gli compete e, il risultato, come già detto, si vede.
Più un film d’avventura che un lurido “WIP”, “Die Insel der blutigen Plantage” racconta la storia di un’isola, dove l’ex gerarca nazista Otto Globocnik tiene in schiavitù diverse donne che lavorano duramente per lui. Ad aiutarlo il solito gruppo di guardie sessuofobe. Tra queste c’è Hermano (Udo Kier) che è innamorato di una delle ragazze e la aiuta a fuggire, tradendo gli ordini e inimicandosi i suoi ex camerati.
Tra sangue (qualche tetta) e qualche tortura ci finiscono pure delle turiste tedesche testimoni loro malgrado dell’avventurosa fuga di questa prigioniera.
Se il lato trash latita, il lato artistico è decisamente migliore della media dei film del genere. È Raab ha un’idea più raffinata del cinema e Kier e la Valentin sanno interpretare bene i loro personaggi.
Però avremmo fatto volentieri a meno di vedere degli intellettuali a spasso nel women in prison.
Scheda Tecnica
Titolo Originale: Die Insel der blutigen Plantage
Titoli Alternativi: Island of the Bloody Plantation, Prison Camp Girls, Jailed for Love, The Island of the Bloody Plantation,La isla de las esclavas desnudas (Argentina), Filippinezika pathi, Stratopedo kataramenon (Grecia), Escape from Blood Plantation
Regia: Kurt Raab
Anno: 1983
Nazione: Germania/Filippine
Cast: Udo Kier, Barbara Valentin, Tet Antiquiera, Karl-Otto Alberty, Karen Lopez, Hans Zander
Durata:
Casa di Produzione: FGO Film Productions, Luxor Film
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