Black Christmas
-Could that really be just one person?
-No Claire, it’s the Mormon Tabernacle Choir making their annual obscene phone call.
Con qualche accorgimento le leggende metropolitane e i fatti di cronaca nera sono meglio di qualsiasi sceneggiatura e questa storia ispirata a una leggenda metropolitana e da una serie di omicidi avvenuti a Montreal è uno degli esempi più riusciti.
Tutto ben amalgamato e gestito da Bob Clark, in un film stroncato all’uscita ma amato dal pubblico e che negli anni si è ritagliato uno spazio importante nella storia del cinema. Per alcuni sarebbe la scintilla che ha generato il genere “slasher” e insegnato tecniche registiche/narrative, per altri è fonte d’ispirazione per diversi registi e per altri ancora, più semplicemente, è uno dei film più spaventosi e apprezzati di sempre (tra i fan si dice che ci fossero Elvis Presley e Steve Martin).
A spazzare via in parte gli entusiasmi ci pensa lo stesso regista che definisce la sua pellicola come un “thriller psicologico” e non uno “slasher”. E va anche detto che è difficile dire chi abbia inventato un genere che deve molto (diciamo pure tutto) ai thriller/gialli italiani. E quindi più semplicemente “Black Christimas” è un ottimo slasher che gioca con la psicologia e ha felici intuizioni registiche utilizzate poi anche da altri autori.
L’intelligente mossa di abbinare il Natale a cose sinistre è senza dubbio la carta vincente assieme all’ambientazione cioè la sede di un’associazione studentesca femminile. Un dolce e amaro presente fin dalle prime scene, con la casa dell’associazione addobbata per le festività ma allo stesso tempo con un aspetto tetro, mostrata in soggettiva dall’esterno dal misterioso assassino che s’intrufola dentro.
Da qui inizia il classico body count (sette è il conto finale) con il killer nascosto in soffitta che telefona alle vittime e con le ragazze (e qualche esterno) pronti a essere macellati. La polizia dapprima scettica e qualche bizzarro personaggio sono le figure di contorno divenute stereotipi del genere, ai quali Bob Clark aggiunge diverse e interessanti caratteristiche. Film spaventoso e impressionante per l’epoca, non rinuncia a notevoli dosi di black humor che lo rendono ancor di più un episodio interessante.
Girato nei pressi di Toronto è un film che utilizza mezzi molto semplici per inscenare gli omicidi e rappresentare il killer. Clark in grandissima forma riesce nell’intento e soprattutto riesce a far fronte ad alcuni cambi in corsa e a importanti rifiuti. Malcolm McDowell e Bette Davis, infatti, dovevano far parte del progetto, ma entrambi rinunciano al ruolo, mentre John Saxon, il poliziotto, arriva all’ultimo minuto. Un cast senza dubbio importante che vede nomi come Margot Kidder (poi diventata la Lois Lane di Superman), Olivia Hussey (“IT”, “Juliet”) e Andrea Martin.
Uscito in un primo momento con il titolo “Silent Night, Evil Night”, perché i produttori temevano fosse confuso per un “blaxploitation” è un film da non perdere, soprattutto se dubitate sull’utilità del Natale.
Scheda Tecnica
Titolo originale: Black Christmas
Titoli alternativi: La residencia macabra (Argentina), Черна Коледа (Bulgaria), Noite do Terror (Brasile), Noël tragique, Stop Me (Canada), Black Christmas, Jessy – Die Treppe in den Tod (Germania),En morder i dit hus (Danimarca), Black christmas, Navidades negras (Spagna), Musta joulu (Finlandia), Black Christmas (Francia), Poios einai o dolofonos?, Tromos sto parthenagogeio, Ysteria, Τρόμος στο παρθεναγωγείο (Grecia), Fekete karácsony (Ungheria), Black Christmas, Un Natale rosso sangue (Italia), Kurayami ni beru ga naru (Giappone), Residencia macabra (Messico), Det er morderen som ringer (Norvegia), Czarne swieta (Polonia),Férias Assombradas (Portogallo), Crni Božić (Serbia), Stilla natt, blodiga natt (Svezia), Черное Рождество (URSS), Kara Noel (Turchia), Black Christmas, Silent Night, Evil Night, Stranger in the House (USA), Black Christmas (Navidad sangrienta), La residencia macabra (Uruguay), Navidad sangrienta (Venezuela)
Anno: 1974
Nazione: Canada
Regia: Bob Clark
Cast: Margot Kidder, Olivia Hussey, Andrea Martin, John Saxon, Keir Dullea, Marian Waldman
Durata: 98’
Casa di produzione: Film Funding, Vision IV
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