O Diabo Mora Aqui
Some story the caretaker would tell us every time we came here
Se anche nel nuovo secolo ci raccontano di case sperdute, scantinati bui, ragazzi condannati a una morte dolorosa e di morti maledetti che vogliono tornare tra i vivi, beh, è il segno che gli autori non hanno più idee. Ed è un fatto grave. E poi in un film che s’intitola “O Diabo Mora Aqui”, che vuoi che succeda? Ci sarà come minimo un essere maligno da qualche parte e qualcuno che gli fa da contorno.
E così è, di fatto, in questa pellicola brasiliana, ispirata a “Candyman”, che segna l’esordio di Rodrigo Gasparini e Dante Vescio, che oltre a non raccontarci nulla di nuovo, ci fanno parecchio arrabbiare. Questo è un grande spreco, perché i due dietro la macchina da presa sono dannatamente bravi, tanto quanto Kaue Zilli che cura una splendida fotografia e tanto quanto gli attori tutti ottimi nel rendere i personaggi.
E quindi dispiace che siano al servizio di una storia alquanto prevedibile. A dire il vero la sceneggiatura ha qualche pregio. Parte dal folklore brasiliano e si mischia con la storia, con il periodo della schiavitù, per l’esattezza. E soprattutto non ha personaggi buoni o cattivi, ma una sfida, diciamo così, tra due fazioni.
Apolo vive in una tenuta dispersa chissà dove. Ale, Jorge e Magu, suoi amici, si recano da lui per passare un allegro week-end. Sul luogo però circola una leggenda, molto nota ad Apolo. Secoli fa la tenuta era di un certo Barão do Mel (Baron Honey se preferite), un cattivissimo proprietario terriero che dispone a piacimento della vita e delle virtù dei suoi schiavi. Tra questi c’è Bento, vittima della cattiveria dell’uomo, costretto a mangiare un intero barattolo di miele. Una rivolta degli schiavi vendica i torti subiti. Il Barone viene assassinato e con lui il figlio neonato illegittimo, avuto con la madre di Bento.
La leggenda dice che ogni nove mesi, c’è la possibilità di liberare queste anime, assetate di vendetta. Ed è quello che vuole fare Apolo, all’insaputa dei suoi amici e senza sapere che i fratelli Sebastiao e Luciano vogliono assicurarsi che nessuno compia il gesto.Le anime naturalmente si svegliano, dando vita a uno scontro tra fazioni e alla resa dei conti tra Bento e il Barone.
La prima parte della storia è una lunga preparazione all’azione in cui Gasparini e Vescio creano un ottimo crescendo drammatico, che sfocia in movimentate e ben fatte scene di sangue, in cui gioca un ruolo fondamentale la già citata bellissima fotografia, la regia e pure l’utilizzo di suoni, a volte nevrotici.
Un cast giovane, il cui nome più famoso è quello di Ivo Müller che interpreta lo spietato barone, trasmette in maniera perfetta tutte le emozioni dei personaggi.
Da vedere per il suo stile. E se a scuola gli insegnanti dicevano “l’idea è buona ma è realizzata male” (cioè sei un incapace), qui la cosa s’inverte. La realizzazione è ottima, l’idea, però non ci scuote più di tanto.
Scheda Tecnica
Titolo Originale: O Diabo Mora Aqui
Titoli alternativi: The Devil Lives Here (USA), The Fostering
Regia: Rodrigo Gasparini, Dante Vescio
Anno: 2015
Nazione: Brasile
Cast:Pedro Caetano, Ivo Müller, Mariana Cortines, Pedro Carvalho, Felipe Frazao, Diego Goullart, Sidney Santiago, Clara Verdier
Durata: 80’
Casa di produzione: Marluco Visão
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