Conquest of Space
-According to the Bible, Man was created on the Earth. Nothing is ever mentioned of his going to other planets. Not one blessed word.
-Well, at the time the Bible was written, it wouldn’t have made much sense, would it?
Grandi investimenti per un’impresa titanica, cioè portare l’uomo su Marte. Che sia cinema o sia la realtà, in fin dei conti, poco cambia è sempre un’impresa difficile e a grande rischio. Ne sa qualcosa l’apprezzato e pluripremiato produttore George Pal che nel 1955 s’imbarca in questa missione, con mezzi possenti e con il regista Byron Haskin. I due nel 1953 avevano dato alla luce “The War of the Worlds” e probabilmente pensando a questo gioiello della fantascienza, riprovano a fare le cose in grande.
Questa volta l’ispirazione arriva da un libro illustrato di William Levy e Chesley Bonestell e da qualche idea del controverso ingegner Wernher Von Braun, passato dai Nazisti alla NASA.
Con un cast di stelle (tra i tanti Walter Brooke, Eric Fleming e Mickey Shaughnessy) e un budget imponente “Conquest of Space” punta parecchio, se non tutto, su degli avveniristici effetti speciali in particola su straordinarie navicelle spaziali.
La bellezza del Technicolor dovrebbe garantire il massimo risultato e l’astronave “Wheel”, a forma di ruota naturalmente, promette molto bene.
Promesse che però vengono incredibilmente disilluse a partire già dagli stratosferici effetti speciali, che già per la gente dell’epoca, mostrano a volte diversi limiti. Ma quello che è peggio è che c’è una storia intellettuale che non convince. Non ci sono alieni, mostri, virus o quant’altro, non che siano necessari, ma c’è solo una domanda al centro di tutto: “Abbiamo il diritto di conquistare lo spazio? E’ una cosa che ci appartiene? O è una cosa più grande di noi?”, dove quel grande tira in ballo Dio. Quesito interessante se il primo a porlo non fosse l’eroico ed espertissimo comandante, che dovrebbe fare affidamento, visto il curriculum, solo sulla scienza e avere nelle missioni spaziali la sua unica fede.
Così con il comandante in crisi d’identità, un gruppo internazionale di astronauti (c’è anche un giapponese che cita la Seconda Guerra Mondiale) che vive in orbita sull’astronave “Wheel” parte alla volta di Marte. Tra chi è baldanzoso e vede un’opportunità per l’umanità (il giapponese su tutti) e il già citato scetticismo la spedizione arriva sul pianeta rosso. E lì scoppia il caos tra gli astronauti, tra chi vuole boicottare e distruggere tutto e chi vuole tornare a casa. Marte di fatto è un semplice pretesto per approfondire la domanda sull’espansione, ed evoluzione dell’uomo. Ma non capita assolutamente altro.
A peggiorar le cose ci pensa l’inutile rilievo comico rappresentato dal buon Mickey Shaughnessy. Astronauta in carne, un po’ imbranato scopre che la moglie lo tradisce in diretta mondiale, quando lei, come altri cari, saluta dalla terra il marito prima della partenza per Marte. Banale per due scienziati del cinema come Pal e Haskin.
Scheda Tecnica
Titolo originale: Conquest of Space
Titoli alternativi: Mars Project (Alternativo), Die Eroberung des Weltalls (Austria), De verovering van de ruimte, La conquête de l’espace (Belgio), A Conquista do Espaço (Brasile), Himmelrummets vovehalse (Danimarca), La conquista del espacio (Spagna), Avaruuden valloitus, Rymndens betvingare (Finlandia), La conquête de l’espace (Francia), Epanastasis stous ouranous, I kataktisis tou diastimatos (Grecia), La conquista dello spazio (Italia), A Conquista do Espaço (Portogallo), Världsrymdens erövrare (Svezia), Покорение космоса (Unione Sovietica), Fezanin Fethi (Turchia), Die Eroberung des Weltalls (Germania)
Anno: 1955
Nazione: USA
Regia: Byron Haskin
Cast: Walter Brooke, Eric Fleming, Mickey Shaughnessy, Phil Foster, William Redfield, William Hopper
Casa di produzione: Paramount Pictures
Durata: 81’
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