Femminilità (In)corporea

Femminilità

(In)corporea


Faccio solo il mio dovere, perché io non voglio provare nulla

Un giorno mentre giriamo per siti di cinema sbattiamo dentro a un certo Roger A.Fratter. E un po’ dispiace perché ci rendiamo conto che in quasi dieci anni di attività non abbiamo mai parlato di un regista che ha una fitta e interessante filmografia, che parte dall’horror e arriva a film psicologici e un po’ onirici. Lo stesso dispiacere che si prova nello scoprire quanto sia difficile trovare i suoi lavori. Ma questo è un altro discorso.

Ci accontentiamo per ora di aver visto “Femminilità (In)corporea” suo penultimo lavoro, scritto, diretto, recitato e montato dallo stesso Fratter. Il trend dei suoi ultimi film, a leggere le sinossi, è la ricerca interiore dei personaggi che trova un suo punto di vista anche in questo caso Femminilità (In)corporeae non a caso, si può dire, sul banner del sito campeggia la scritta “Il cinema indipendente come sperimentazione ed esperienza”.

L’idea di base di “Femminilità (In)corporea” a dire il vero non è originale e scomoda il buon vecchio Luigi Pirandello in particolar modo quello de “Il fu Mattia Pascal”. Ma come detto Fratter s’inoltra in percorsi onirici, aggiungendo erotismo e creando un racconto affascinante con toni da dramma leggero e sferzate di ironia. La routine è l’obiettivo, ma anche la mancanza di comunicazione, con il sesso e l’arte che possono essere visti come una salvezza.

Girato a Bergamo e con qualche scena a Torino, Milano e Saluzzo è un film che mostra anche l’abilità del regista dietro la macchina da presa. La sua regia è suggestiva, ben calibrata, capace di trasmettere quel senso di inquietudine di cui è permeata la storia. I limiti di una produzione estremamente indipendente però emergono qua e là toccando soprattutto il commento sonoro.
Abituato a lavorare con un gruppo di interpreti fedelissimi, Fratter ci racconta la storia di Raffaele, da lui interpretato. Femminilità (In)corporeaInsoddisfatto della sua vita, della moglie e pure dell’amante, decide di abbandonare tutto. Figlia compresa. Acquista un quadro con un disegno erotico tramite il quale entra in un mondo parallelo, sospeso tra sogno e realtà, fatto di arte e sesso.
L’aspetto sessuale è sicuramente uno dei punti fondamentali di questo film e decisamente uno dei migliori, grazie a scene ben dirette e diciamolo, ad attrici molto belle. Il rapporto di Raffaele con la figlia, l’unica con cui ha buoni rapporti e che lo aiuta pure a fuggire, è l’altro lato interessante e di rottura di “Femminilità (In)corporea”.
A parte qualche momento un po’ lento questo è un brillante esempio di cinema indipendente. Forse un po’ troppo indipendente visto la fatica di trovarlo!

Femminilità (In)corporeaScheda Tecnica
Titolo originale: Femminilità (In)corporea
Titoli alternativi: Femminilità (in)corporea – Preferisco suoni lontani
Anno: 2012
Nazione: Italia
Regia: Roger A.Fratter
Cast: Anna Palco, Monika Malinowska, Giulia Marzulli, Rachel Rose Wood, Roger A. Fratter, Anthony Paul, Valerio Ragazzini, Matteo Maffeis, Pietro Mosca
Durata: 90’

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