Frauen für
Zellenblock 9
Non avrei mai immaginato che della gente potesse torturare così dei suoi simili
È più una certezza, la faccia poco rassicurante di Howard Vernon, i nomi di Dietrich e Franco in sovraimpressione, oppure il titolo “Fraulein in Cellblock 9” anche conosciuto come “Tropical Inferno”? Un po’ tutto si può dire ma c’è bisogno di certezze nella vita e capire subito che siamo alle prese con l’ennesimo Women in Prison dei due non è male. Per nulla.
Certo sì, “Fraulein in Cellblock 9” a parte il bel titolo e le belle attrici non aggiunge nulla alla storia del cinema o a quella di Franco, anzi, però a differenza di tanti altri loro lavori simili, c’è una maggior cura dietro la macchina da presa al netto di qualche immancabile assurdità.
L’impegno di Jesus Franco, mai banale qui (ma lontanissimo dai suoi capolavori), è al servizio di una storia che prende a piene mani tutti i luoghi comuni del genere (e ci mancherebbe altro) e nella quale Vernon sfrutta in pieno la sua maschera da cattivo.
Un film diviso quasi di netto in due parti, in cui la prima è rappresentata dalle torture alle prigioniere e la seconda dalla loro fuga.
Susan Hemingway e Aida Gouveia, che nella breve carriera hanno lavorato solo con Franco, sono le interpreti di due personaggi che con le molto più note Esther Studer e Karin Gambier compongono il gruppo della carne da cannone. Praticamente sempre nude e sudate (ma sentono freddo…) sono torturate dal buon Vernon e da una warden interpretata da Dora Doll importante attrice franco tedesca. Cosa ci faccia lei qui è difficile da dire, però lei è a capo di questo carcere Sud Smericano in cui non si ha pietà per le traditrici del regime cioè, le quattro sopracitate che vengono catturate durante una fuga in camion.
Vernon e la Doll si divertono parecchio, costringendo Susan Hemingway a leccare la vagina della warden e a bere dello Champagne con il sale mentre Esther Studer la fanno sedere nuda su un pezzo di metallo piegato. Aida Guveia si becca degli elettrodi e Karin Gambier è sodomizzata con un corno di rinoceronte e con un topo vivo. Il tutto sotto lo sguardo stupido e maniaco di una guardia. Sì non sono immagini edificanti, ma non si vede assolutamente nulla e il sangue che circola è decisamente poco credibile. Come detto e come previsto dal canovaccio, le quattro riescono a fuggire, nude naturalmente, grazie a una lunghissima sequenza lesbo nella cella in cui erotizzano una guardia che perde le chiavi su musichetta simil brasileira.
Qui il film perde un po’ mordente, facendoci vedere esattamente quello che accade sempre nei WIP. E a nulla valgono i footage con gli alligatori per farci credere che il fiume in cui nuotano le fuggitive sia un postaccio pericoloso. Loro restano sempre nude, ed è un bel vedere, tanto quanto il finale di questo film del 1978.
Scheda Tecnica
Titolo Originale: Frauen für Zellenblock 9
Titoli Alternativi: Des femmes pour le bloc 9, Women from Cellblock 9 (Canada), Flucht von der Todesinsel (Svizzera), Cellule 9, Esclaves de l’amour (Francia), Узницы девятого блока (Russia), Tropical Inferno, Women in Cellblock 9 (USA), Woman from Jail Dep.No 9 (Internazionale)
Anno: 1978
Nazione: Svizzera
Regia: Jesús Franco
Cast: Karine Gambier, Howard Vernon, Susan Hemingway, Aida Gouveia, Esther Studer, Dora Doll
Casa di produzione: Elite Film
Durata: 77’
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