Cam
My rank needs to be better
Pur senza Tokens e in maniera quasi inspiegabile, almeno per me, questo film ha scatenato una serie infinita di blogger che si lanciano in spiegazioni e congetture. “Ecco spiegato il finale”, rassicurano in molti. La spasmodica voglia di decifrare tutto, anche l’indecifrabile. Manco fossimo di fronte a un film di Lynch o di Cronenberg. Sì va bene, “Cam”, ha diversi spunti interessanti, ma stiamo calmi.
Un fatto, questo, che probabilmente ha stupito anche Daniel Goldhaber e Isa Mazzei, rispettivamente regista e sceneggiatrice, entrambi al primo lungometraggio. L’idea nasce da Isa Mazzei ex cam girl che aveva in testa un documentario sull’argomento e quindi sui “Sex Workers”. Ma un film, pensano, può essere un mezzo migliore. E così i due in soli venti giorni, con la produzione della “Blumhouse” e di “Netflix” sfornano un horror/thriller psicologico, ben strutturato e soprattutto per nulla ipocrita, ispirato a un fatto accaduto a Isa Mazzei.
La protagonista, una “cam girl”, pur finendo in un dramma, non ha alcuna intenzione di mollare il suo lavoro risparmiandoci così le tonnellate di retorica, tipiche di storie come questa. Tutte quelle cose sulle anime salvate dal peccato, per interderci. Qui, pure la mamma, avvalla le sue scelte.
La narrazione ha un ottimo crescendo drammatico che culmina, tra misteri inspiegabili, nel già citato e amatissimo (dalla rete) finale. Ambientazioni tra luci al neon e ambienti kitsch da un lato, case ordinarie dall’altro a testimoniare la semplicità delle vite dei protagonisti, senza dimenticare lo squallore dei porn addicted. Una descrizione semplice e realistica al quale manca però l’affondo nel mondo delle cam girl, perché il sesso è piuttosto sottointeso, edulcorato, anche se, alcune trovate snuff, ci fanno chiudere il proverbiale occhio su questa mancanza.
Madeline Brewer la Janine di “The Handmaid’s Tale”, vista anche in “Black Mirror” e in “Orange is the new black” è Alice, una convintissima e ambiziosa Cam Girl, che si fa chiamare Lola. Il suo obiettivo è scalare la classifica delle preferite nel sito per cui lavora. Ogni volta s’inventa qualcosa che possa stupire il pubblico, dildo di vario tipo, striptease, ma anche un (finto) suicidio in diretta, che arriva nei primi esaltanti minuti. La strategia sembra funzionare ma quando entra nella top cinquanta succede un qualcosa di inspiegabile. Si rende conto che non solo il suo account è stato hackerato, ma che c’è una ragazza identica a lei che sta trasmettendo in diretta. Considerando che la polizia non intende aiutarla e il sito nega ogni mal funzionamento è la stessa Alice a dover indagare.
Emerge così uno strano e perverso mondo, con colleghe per nulla amiche, fan molto perversi e questo strano caso che lascia pensare a una sosia o a un’abilissima manipolazione da parte di un hacker.
La conclusione è un testa a testa tra l’Alice originale e quella che le ha rubato la scena. Alice, davanti allo specchio. Pronta poi a ripartire sul web.
Non un capolavoro, ma un film che regge bene dall’inizio alla fine e che punta ai rischi del web. Una miniera d’oro per gli sceneggiatori e registi di questi anni.
Scheda Tecnica
Titolo Originale: Cam
Anno: 2018
Nazione: USA
Regia: Daniel Goldhaber
Cast: Madeleine Brewer, Patch Darragh, Melora Walters, Devin Druid, Imami Hakim, Micheal Dempsey, Flora Diaz, Samatha Robinson, Jessica Parker Kennedy
Durata: 94’
Casa di produzione: Divide/Conquer,Blumhouse Productions, Gunpowder & Sky
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