La Signora di Wall Street

La signora di

Wall Street


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Il genio colpisce ancora. Un paio di anni prima esce un film che narra degli eccessi e del rampantismo dell’epoca. Un film che vince un “Oscar” con Oliver Stone alla regia e Micheal Douglas come protagonista. E il genio, dicevamo, che fa? Ne crea una versione erotica, estremamente low budget con protagonista femminile. Lei, che usa la sua femminilità per scalare il mondo di Wall Street, è l’attrice e modella Tara Buckman, interprete di diverse serie TV, di vari B Movies e che con Joe D’Amato, il genio di cui parliamo, aveva già lavorato in “Blue Angel Cafè”.

Joe D’Amato, il nostro amatissimo Joe, è però lontano dai tempi migliori e se l’idea è stuzzicante e furbacchiona, la realizzazione lascia a desiderare.
La sceneggiatura scritta da Daniele Stroppa (as Daniel Davis) è buona per una soap opera scaduta, tra affari e colpi di scena “incredibili”, con battute scontate e situazioni tirate che puntano a portare a letto i protagonisti. Joe D’Amato invece non s’impegna più di tanto, usando anche una fotografia al pari di quanto detto per la sceneggiatura (cioè da soap opera scaduta). Il peggio però è rappresentato da un incessante colonna sonora che non molla quasi mai, scritta da Piero Montanari, tra synth e un martellante sax che si amplifica nelle scene più hot, togliendoci anche il gusto del momento. E capite, qui scopano spesso, spessissimo e al terzo sax/synth ti viene la voglia di sbattere la testa contro il muro.

“La Signora di Wall Street” rappresenta benissimo quanto disgustoso era il decennio appena concluso (siamo già nel 1990). Tra yuppie, uomini e donne, high-class, corruzione, arrivismo, party e voglia di scopare.
Tara Buckman, che esce dalla doccia nella prima scena, è indubbiamente affascinante e riassume i canoni estetici ammericani dell’epoca ma soprattutto ha al suo fianco un certo Charlie Edwards, attore sconosciuto, che avrebbe dovuto sfruttare di più la sua incredibile somiglianza con il Ken di Barbie.

Brenda Baxter, cioè Tara Buckman, è un’arrembante donna d’affari. Pronta a tutto per scalare Wall Street. E per tutto s’intende, oltre al fiuto per gli affari anche la libertà di costumi per raggiungere i suoi obiettivi. Cioè, la dà a destra e a manca per avere favori in cambio.
Alex, Charlie Edwards, è un giornalista mascellone, che si finge povero, che s’innamora di Brenda, al punto di essere geloso delle sue avventure e di corteggiarla fino a convincerla a sposarlo.
La nostra può rinunciare alla carriera per amore? Un colpo di scena puramente da soap opera con risvolto drammatico (e ‘sta cazzo di musichetta sotto fondo) ribalta le vicende, fino a un finale in cui Joe D’Amato cerca di risollevare il tutto. Ma è troppo tardi, il film è già un crack.
Cameo per Laura Gemser, nei panni di una prostituta che dice al succedaneo di Ken “hey stai cercando compagnia? Io non costo molto e saprei farti divertire…” Lui non se la file e lei chiude con “fanculo!”

 

Scheda Tecnica
Titolo originale: High Finance Woman
Titoli alternativi: High Finance Woman (Internazionale), Intohimon valtapeli (Finlandia), Wallstreet Woman (Germania), Parahoriseis (Grecia), Wallstreet Woman (Ungheria), La Signora di Wall Street (Italia)
Anno: 1990
Nazione: Italia
Regia: Joe D’Amato
Cast: Tara Buckman, Charlie Edwards, Louie Elias, Paul Van Gent, Dan Smith, Sashin Sardot, Julia Deane, Bill Wall, Richard Frank Sume
Casa di produzione: Filmirage
Durata: 100’

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