Roma drogata:
la polizia
non può intervenire
Dopo Roma Violenta, una nuova denuncia sul vizio e sulla criminalità dilagante nella capitale
Gli spaghetti collosi che mangiano i protagonisti nelle prime scene fanno pensare al fatto che qui non vada tutto per il verso giusto. E, in effetti, è proprio così. Una musica martellante e inadeguata alle circostanze ci accompagna fin da subito e purtroppo mai ci abbandona.
E dispiace, perché “Roma drogata: la polizia non può intervenire” del 1975 e unico film di Lucio Marcaccini, ha sotto, sotto, alcuni aspetti interessanti.
Nonostante il titolo richiami, per ovvi motivi commerciali, il poliziottesco/noir ci ritroviamo nel filone drammatico con velleità di denuncia sociale. Ci prova, almeno, Marcaccini (che scrive anche la sceneggiatura con Vincenzo Mannino e José Sanchez) ma il pregio maggiore di questo suo film è che sebbene sembri in un primo momento denunciare una certa sfera culturale, cioè i giovani di sinistra o presunti tali, apre poi la critica a tutta la società dell’epoca, dalla borghesia, alla destra e soprattutto ai sempre presenti poteri forti.
Una critica a 360° gradi che rende, se non altro, interessante una storia che ruota intorno alla figura del commissario De Stefani, interpretato dal sempre preciso Marcel Bozzuffi.
Il problema però è che il regista inserisce una quantità di cose, comprese visioni psichedeliche dovute alla droga, che rendono questo film un lungo carosello di situazioni bizzarre, legate insieme con un sottile filo di lotta al crimine e con quello della società alla deriva.
Bozzuffi per fortuna prende per mano il tutto, con un personaggio ben delineato. Il suo commissario De Stefani parte dal furto di una preziosa tabacchiera da parte di un gruppo di giovani alternativi (una delle quali figlia del proprietario dell’oggetto) che la rubano per aiutare una coppia di amici. Ma il vero obiettivo di De Stefani, non è recuperare l’oggetto ma è scoperchiare un grosso giro di droga che provoca, oltre alle visioni oniriche che vediamo in una scena lunghissima, anche diverse (e paradossali) morti. Manovre, trappole, astuti giochi, vale tutto per cercare di arrivare all’obiettivo, ma ci sono i poteri forti e la malavita di mezzo, senza contare i borghesi di turno cercano che di evitare gli scandali.
A parte i curiosi e a volte stridenti diversi aspetti e l’estenuante musica, anche il cast non è dei più azzeccati. Bozzuffi a parte. Nel ruolo di un giovane alternativo troviamo nientemeno che Bud Cort che quattro anni prima raggiungeva il successo con “Harold e Maude”. Pettinato da paggetto col capello lungo e doppiato in maniera fastidiosa, l’attore americano non ha per nulla l’aspetto del giovane alternativo romano. Così come Leopoldo Trieste non è affatto un credibile sicario. Salva il tutto, almeno esteticamente, la presenza di Annarita Grapputo, la bella di questo b movie, che mantiene, nonostante i difetti, una sua curiosissima dignità.
Scheda tecnica
Titolo originale: Roma drogata: la polizia non può intervenire
Titoli alternativi: Allucinating Trip (DVD), Roma Drogada (Portogallo), Hallucination Strip, The Hallucinating Trip (Internazionale)
Anno: 1975
Nazione: Italia
Regia: Lucio Marcaccini
CasT: Bud Cort, Marcel Bozzuffi, Annarita Grapputo, Guido Alberti, Ennio Balbo, Tom Felleghy, Francesco Ferracini, Anna Zinnemann, Luca Bonicalzi, Leopoldo Trieste
Casa di produzione: Diapason Cinematografica
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