Mothra

Mothra

Mothra, she’ll rescue us, and return us to our island!

Il 1961 è l’anno in cui la falena spicca il volo, portando con sé disastri, poesia e messaggi di trattare bene il pianeta e gli altri che a distanza di quasi sessant’anni sono purtroppo più che mai attuali.
Mothra è un kaiju (insomma, un mostro) della leggendaria casa di produzione Toho, cioè quella di Godzilla e infiniti suoi compagni di merende che ci hanno allietato in tutti questi anni.
Il tutto nasce da Takehiko Fukunaga, Shinichiro Nakamura e Yoshie Hotta, autori della Toho, che scrivono il racconto “The Luminous Fairies and Mothra”, poi serializzato e che è la base per la Toho, che nel 1961 voleva ingrandire il parco mostri, per creare una versione cinematografica.

La casa di produzione affida la sceneggiatura a Shin’ichi Sekizawa, che scrive anche alcuni episodi di Godzilla e la regia a Ishirô Honda, cioè il padre di Godzilla, regista di “Rodan” del 1964 e grande amico di Akira Kurosawa.

Una coppia di ferro che non può sbagliare. E, infatti, non sbaglia e crea un film bellissimo che mischia le varie cose che ho scritto all’inizio e cui vanno aggiunti alcuni momenti canori. Mothra crea la sua leggenda da qui, diventando negli anni uno dei mostri più amati del cinema giapponese e pure amico di Godzilla.
Cosa ha di tanto speciale questo essere che qui ci appare come una brutta larva? Mothra è un mostro benevolo, che ha un buon rapporto con l’umanità o come in questo caso difende delle fiabesche figure oppresse delle solite persone senza scrupoli. E sì ok, qui distrugge una città, ma quello che importa è il suo nobile fine.

La regia di Honda potrebbe piacere al lato più romantico di Tim Burton e il famoso regista giapponese, usa deliziosi e artigianali effetti speciali, tra modellini di città e movimenti manuali di oggetti per non parlare degli effetti miniatura. Tutto appare decisamente finto ma ha un fascino vintage, che si accompagna bene con una storia perfetta sotto ogni punto di vista.
L’inizio sembra indicare la chiara e classica via. Una nave naufraga nel bel mezzo di una tempesta ed ecco lì, pensi, il mostro si sveglia per cause naturali. E, invece, i naufraghi finiscono su un’isola considerata disabitata e sono prontamente recuperati. Ma, da una loro analisi risultano leggermente radioattivi, per colpa, dicono, della bevanda che gli abitanti dell’isola gli hanno dato.
Così parte un gruppo di ricerca che trova, gli abitanti di quest’isola che sfuggono al solito cliché perché sono ospitali, carini e salvano pure la vita a uno di loro. Ma il cattivo di turno, un certo Nelson (Jerry Itô) decide di tornare sull’isola e rapire due Shobijin, cioè due minuscole fate, interpretate dalle gemelle Emi e Yumi Itō che componevano un duo musicale famosissimo all’epoca: Za Pînattsu. Nelson le porta con sé e le sfrutta in uno spettacolo circense. Loro, indifese e sempre gentilissime, iniziano a invocare con dei canti Mothra il Dio della loro isola. Il mostro si sveglia, va in città e salva, dopo aver ucciso i cattivi e distrutto a destra e a manca, le due ragazze.
Un grande cast di attori della Toho che comprende fra i tanti l’attore comico Furankî Sakai, Hiroshi Koizumi e Jerry Itô nel ruolo del cattivo, incornicia un grande film del regno dei mostri.

Scheda Tecnica
Titolo originale: Mosura
Titoli alternativi: Mothra, la indestructible (Argentina, Messico), Mothra (Internazionale), Mothra, a Deusa Selvagem (Brasile), Mothra bedroht die Welt (Germania), Μόθρα (Grecia), Mosla, モスラ(1961)(Giappone), Мотра (URSS), Daikaijû Masura (USA)
Anno: 1961
Nazione:Giappone
Regia: Ishirô Honda
Cast: Furankî Sakai, Hiroshi Koizumi, Jerry Itô, Kyôko Kagawa, Emi Itô, Yumi Itô, Akihiko Hirata
Casa di produzione: Toho Company
Durata: 101’

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