Torino Violenta
Certo non c’è da stare allegri. E poi c’è chi sostiene ancora che non è vero che Torino è diventata la capitale della criminalità italiana
“Da anni quella che era la città più pacifica e cortese d’Italia, subisce le scosse della criminalità e del teppismo. La mafia, la delinquenza minorile, la corruzione sconvolgono la vita di molti cittadini.” Sembra una battuta di questo film, ma è una frase presa da un breve articolo comparso sul quotidiano “La Stampa” dell’epoca, che critica i torinesi, non per essere violenti, ma per lamentarsi sempre di tutto e di non aver idea di come sia vivere in una metropoli (una cosa che vale ancora oggi, ma è un altro discorso).
Il capoluogo piemontese, forse per questo suo modo di essere, ha attratto di più altri generi cinematografici che ne sottolineavano le sue caratteristiche sociali ed esoteriche, rispetto all’orda dei commissari di ferro del poliziottesco duro e puro. Baffoni inclusi.
Ci pensa però Carlo Ausino, torinese di adozione e regista poco conosciuto, a dare a Torino il titolo di città violenta, dopo che tra l’altro ci aveva già ambientato “La città dell’ultima paura”, addirittura un post-nuke.
“Torino Violenta” è un film su commissione, una sfida raccolta dal regista, che va in giro per la città ad appendere anche i manifesti con uno dei protagonisti e che con soli 60 milioni di lire, gira un lavoro brutto quanto basta, ma che ottiene un successo clamoroso incassando oltre 1 miliardo di lire.
Un successo dovuto oltre che a un titolo di sicuro richiamo e a un genere popolare, anche a un mostrare ampiamente la città così com’è, senza darle connotati particolari. E quindi anche oggi “Torino Violenta” è un film interessante, uno scorcio del passato. Dal cinema Ideal di Corso Beccaria, ora divenuto una multisala, al Parco della Pellerina, la Galleria Subalpina, passando per la centrale Via Roma e per la sopraelevata di Corso Grosseto ora demolita. Oltre a ciò un’infinità di insegne riprese ampiamente per racimolare soldi, il product placement, che rimanda a ricordi di attività passate, come le pellicce Brero, con una scena ambientata durante una sfilata, la pasticceria Cossolo, un negozio di Salvarani, un concessionario Alfa Romeo e la palestra Ryugi tra le prime in città a portare le arti marziali. C’è pure l’Aeroclub cioè quello che fu il primo aeroporto cittadino, quello che attendeva il Grande Torino e che ancora oggi ospita piccoli velivoli privati e attività del settore.
A parte i ricordi e le istantanee del periodo, “Torino Violenta” ha una storia che segue il manuale del genere, senza però avere spunti originali o divertire lo spettatore. Tra i classici morti ammazzati, inseguimenti per le vie della città, esplosioni, Ausino, crea troppe situazioni che appesantiscono la storia smorzata da un montaggio approssimativo. Ma i fan del genere trovano tutto quello che ci deve essere: il personaggio con baffone d’ordinanza, cioè l’attore Emanuel Cannarsa, altro torinese d’adozione che appendeva i manifesti con il regista e l’immancabile giustiziere notturno. E le musiche di Stelvio Cipriani.
George Hilton nel ruolo del commissario Moretti, combatte la criminalità in città che sembra essere a pieno regime. I marsigliesi di ritorno a Torino e i meridionali lottano per la leadership, sfruttando anche giovani studentesse drogate e obbligate a prostituirsi e facendo le classiche rapine.
Sui criminali però incombe la figura di un ignoto giustiziere che ripulisce Torino, fregandosene della legge. E’ lo stesso commissario Moretti, che alla fine viene ucciso da Danieli (Cannarsa, doppiato da Amendola) che lo smaschera.
Un trash cult assolutamente imperdibile e che ha avuto anche un sequel “Tony, l’altra faccia della Torino violenta” uscito soltanto tre anni dopo e che quindi non ha sfruttato la scia del successo di questo film outsider. Molto torinese anche in quest’aspetto.
Scheda Tecnica
Titolo originale: Torino Violenta
Titoli alternativi: Le justicier défie la ville (Francia), Το μεγάλο παιχνίδι του υποκόσμου,Το διπλό παιχνίδι (Grecia), Double Game (USA), Gewalt über der Stadt (Germania)
Anno: 1977
Nazione: Italia
Regia: Carlo Ausino
Cast: George Hilton, Emanuel Cannarsa, Giuseppe Alotta, Annarita Grapputo, Franco Nebbia, Laura Ferraro
Casa di produzione: Lark Cinematografica
Durata: 85’
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