Into the night
The Darkest Hour is Just Before the Dawn
Quando il secondo pilota chiede ai passeggeri se c’è qualcuno che sa pilotare un aereo, mi è scesa una gran tristezza e una grande voglia di interrompere la visione. Ma anche un po’ quando mi sono reso conto che c’è un italiano, un turco, un russo, dei belgi e degli scozzesi e sembra l’inizio di una barzelletta.
Alla fine ho resistito e sono entrato nel mondo di questa serie belga (la prima su Netflix), di sole sei puntate. Sei puntate che senza fronzoli e senza perdere tempo ci raccontano di uno scenario apocalittico.
Idea di Jason George produttore di “The Protector” e “The Gift”, e collaboratore per “Il regista nudo”, oltre a altro, che s’ispira molto alla lontana a un romanzo di Jakec Dukaj “The Old Axolotl” e molto più da vicino nientemeno che a “Lost”.
Perché fattore post-nuke a parte, “Into the night” ricorda spesso modalità e stile della serie di Abrams, vuoi perché di passeggeri di un aereo s’inizia a raccontare, vuoi perché ogni puntata approfondisce il passato e la psicologia dei personaggi.
Un’ispirazione palese, ma non pesante, per una serie che si lascia guardare al netto di diverse esagerazioni nella trama e personaggi incredibilmente tutti problematici o con qualcosa da nascondere. Mai che ci sia un ragioniere o impiegato statale dalla vita normale, come protagonista di serie del genere.
Solo sei puntate di quaranta minuti circa, che ci raccontano l’epopea di un gruppo di persone che cerca di sfuggire dalla morte, volando su un aereo di linea.
Il sole, infatti, è diventato letale, i suoi raggi uccidono chiunque. Lo sa bene il soldato italiano della Nato Terenzio (Stefano Cassetti) che si lancia su un aereo in partenza da Bruxelles, obbligando il pilota a partire e portando in salvo, di fatto, i passeggeri. L’obiettivo è viaggiare, evitando il sole così, un variopinto gruppo di persone rimbalza a destra e a manca cercando l’oscurità. Poi un bel po’ di cose ovvie. All’interno del gruppo scoppiano gli inevitabili problemi ed emergono i lati oscuri di ognuno. L’aereo ha i suoi, sempre inevitabili, problemi tecnici e di mezzo ci finisce pure un bambino malato.
Un po’ troppo esagerato e al limite della fisica in alcuni punti, ma “Into the night” è un piacevole intrattenimento.
Va detto che non è una grande idea quella di far uscire una serie sull’apocalisse in questo momento, ma se il tema non vi disturba, “Into the night” fa per voi.
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