La casa de las
mujeres perdidas
A veces vengo en esta solitaria playa desnuda para recibir los primeros rayos del sol
Voglio uscire dal cliché, del cliché, che i film di Franco degli anni ottanta, sono tutti più o meno un concentrato di nudi e scene soft-core.
Oddio, lo sono, non lo metto in dubbio, ma in questo caso lo voglio vedere da un altro punto di vista.
Perché tolta la quantità di nudi e scene che vorrebbero essere hard ma si fermano un poco prima, questo film del 1983 ha (o avrebbe) una trama drammatica interessante.
Certo, come detto, il tutto viaggia con una Lina Romay, non brutta ma in fase calante, che quasi per tutto il film se ne sta nuda o poco vestita a toccarsi o a provocare il povero Antonio Mayans, che sarebbe suo padre, accompagnata da Carmen Carriòn e da Asucion Calero che interpreta la sorella che ha un handicap mentale e alla quale insegna a masturbarsi nella scena più trash del film.
A parte questo però, il film ha un’apprezzabile ironia nei nomi dei personaggi maschili, Mario Pontecorvo e Tony Curtis e soprattutto ha una forte drammaticità nel nucleo centrale della storia.
Desdemona (Lina Romay), vive con il padre Mario Pontecorvo (Antonio Mayans), la matrigna Dulcinea (Carmen Carrion) e la sorella Paulova su un’isola solitaria e sperduta. L’uomo, ex attore, si è trasferito lì, dopo che è stato accusato, ingiustamente pare, di aver importunato una minorenne.
Lì la vita scorre tra mare, sole e una palese morbosità che vede i tre protagonisti coinvolti. Tutto cambia quando sull’isola arriva un certo Tony Curtis (Tony Skios) che fa esplodere la situazione.
Un equilibrio fragile, interessante, ben gestito da un Franco che comunque non ha più la mano di una volta o almeno non sempre e che senza tutta la carne in mostra avrebbe generato un film decoroso.
Oddio, lo sono, non lo metto in dubbio, ma in questo caso lo voglio vedere da un altro punto di vista.
Perché tolta la quantità di nudi e scene che vorrebbero essere hard ma si fermano un poco prima, questo film del 1983 ha (o avrebbe) una trama drammatica interessante.
Certo, come detto, il tutto viaggia con una Lina Romay, non brutta ma in fase calante, che quasi per tutto il film se ne sta nuda o poco vestita a toccarsi o a provocare il povero Antonio Mayans, che sarebbe suo padre, accompagnata da Carmen Carriòn e da Asucion Calero che interpreta la sorella che ha un handicap mentale e alla quale insegna a masturbarsi nella scena più trash del film.
A parte questo però, il film ha un’apprezzabile ironia nei nomi dei personaggi maschili, Mario Pontecorvo e Tony Curtis e soprattutto ha una forte drammaticità nel nucleo centrale della storia.
Desdemona (Lina Romay), vive con il padre Mario Pontecorvo (Antonio Mayans), la matrigna Dulcinea (Carmen Carrion) e la sorella Paulova su un’isola solitaria e sperduta. L’uomo, ex attore, si è trasferito lì, dopo che è stato accusato, ingiustamente pare, di aver importunato una minorenne.
Lì la vita scorre tra mare, sole e una palese morbosità che vede i tre protagonisti coinvolti. Tutto cambia quando sull’isola arriva un certo Tony Curtis (Tony Skios) che fa esplodere la situazione.
Un equilibrio fragile, interessante, ben gestito da un Franco che comunque non ha più la mano di una volta o almeno non sempre e che senza tutta la carne in mostra avrebbe generato un film decoroso.
Scheda Tecnica
Titolo originale: La casa de las mujeres perdidas
Titoli alternativi: Дом потерянных женщин (Russia), Kayıp Adada Sapıklık (Turchia), The House of Lost Women (USA), Perversión en la isla perdida (Video)
Anno: 1983
Nazione: Spagna
Regia: Jesus Franco
Cast: Lina Romay, Antonio Mayans, Carmen Carrion, Tony Skios, Asuncion Calero
Durata: 90’
Casa di produzione: Golden Films Internacional
Titolo originale: La casa de las mujeres perdidas
Titoli alternativi: Дом потерянных женщин (Russia), Kayıp Adada Sapıklık (Turchia), The House of Lost Women (USA), Perversión en la isla perdida (Video)
Anno: 1983
Nazione: Spagna
Regia: Jesus Franco
Cast: Lina Romay, Antonio Mayans, Carmen Carrion, Tony Skios, Asuncion Calero
Durata: 90’
Casa di produzione: Golden Films Internacional
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