The Dirt

The Dirt

 

The 1980s, the worst fucking decade in human history. Preppies and keyboards, stupid haircuts, Jazzercise, and “Just Say No”. It all fucking sucked! So what do you do when you’re born in the wrong time? You make it yours. And that’s what we did to the Sunset Strip.

Vi ricordate quell’ondata che ha mandato a casa le band hair metal? Certo che sì. Con quel genere ci sono cresciuto e va da se che non sono un grande fan Mötley Crüe e soci.

Poi certo, Nikki Six si stima a prescindere e tutti abbiamo invidiato Tommy Lee (ed è inutile che ricordi il motivo). E infine, ancora sotto shock per le cose viste in “Bohemian Rhapsody”, ho deciso, pur quanto appena scritto, di guardare il tanto annunciato biopic sui Mötley Crüe. Così, come detox.

Innanzitutto bisogna ricordare che erano anni che Nikki Six puntava a realizzare un film sulla band, a seguito del noto libro biografico. Un po’ di problemi, cambi e rallentamenti e alla fine arriva “Netflix” con Jeff Tremain, quello di “Jackass”.
“Ispirata a una storia vera”, è l’alert che spicca in sovrimpressione nelle prime scene. Il che dimostra ancora una volta che fare un biopic preciso al 100% è un compito difficile e che qui vanno giù pesante di autoironia, tra l’altro rompendo spesso la quarta parete e avvertendo il pubblico che alcune situazioni non sono mai accadute. La fantasia è meglio della realtà no? E i Mötley Crüe ci sguazzano alla perfezione, avendo però la cortesia di dirlo (almeno loro lo fanno) e alimentando leggende metropolitane, tanto care al mondo del rock.

Basta già questo per farmi piacere un film incentrato su libro realizzato, disse Six, su un’intervista in cui era sotto effetto di droghe e su una band che ha fatto dell’esagerazione fine a se stessa il suo marchio di fabbrica.
Rimando come sempre al fact cheking di Rolling Stone mentre nel film, pronti e via, una ragazza squirta in una festa nella prima scena. È l’inizio di un film folle, veloce, in cui i protagonisti si muovono tra una cazzata e l’altra. Ma non è un film comico che punta a farci dire “ma che mattacchioni geniali e fichissimi che sono quei ragazzi!” no, è un film che mostra senza paure le debolezze e i drammi dei quattro membri della band.

Feste scatenate. Dipendenza da droga. Sesso. Overdose di eroina, di Nikki Six. Successo. L’incidente stradale di Vince Neil che causò la morte del batterista degli Hanoi Rocks, Nicholas “Razzle” Dingley. Milioni di dischi venduti. I problemi di Tommy Lee. Un posto nella storia. La malattia degenerativa di Mick Mars. E ancora la morte della figlia di Neil, i problemi del gruppo, la riabilitazione, l’allontanamento del cantante, i flop, il ritorno. E Ozzy Osburne. Già c’è pure Ozzy che pippa formiche a bordo piscina e che lecca la sua urina e poi quella di Six. È mai successo? Non si sa, la band dice di sì, Ozzy non se lo ricorda ma lui re delle leggende metropolitane del rock, avrebbe potuto fare cose del genere senza problemi, almeno stando all’icona che ben conosciamo.

Un po’ di confusione cronologica verso la fine e la totale assenza di Pamela Anderson (intendo dire che non è lontanamente citata) sono l’aspetto negativo del film di Tremain, il quale, alla regia non ha colpi di genio, ma realizza ottime ricostruzioni di video originali e lavora con un cast che riesce a creare dei personaggi credibili. Attori che riescono a rendere sia l’aspetto cazzaro e scatenato della band sia i già citati drammi.

Douglas Booth già interprete per la BBC di un biopic televisivo in cui interpretava Boy George e di uno dei tanti adattamenti di “Romeo e Giulietta” è un ottimo Nikki Six, il leader della band afflitto dai fantasmi del passato e da un crescente problema di droga che lo porterà a toccare il fondo. Iwan Rheon, famosissimo per Ramsay Bolton di “Games of Thrones” interpreta il misterioso e saggio Mick Mars, personaggio diverso dagli altri e centrale nelle vicende della band. E poi Machine Gun Kelly è Tommy Lee, un po’ dipinto come il bimbominkia del gruppo, che vive per soddisfare i suoi bisogni (e possiamo dire che ci riesce). Infine Daniel Webber è il cantante Vince Neil.
Scorre via piacevole questo film. Non un capolavoro, ma un godibile shout at the devil.

Scheda Tecnica
Titolo originale: The Dirt
Titoli alternativi: The Dirt – Sie wollten Sex, Drugs & Rock’n’Roll (Germania), Brud (Polonia), Грязь (Russia)
Anno: 2019
Nazione: USA
Regia: Jeff Tremaine
Cast: Douglas Booth, Machine gun Kelly, Daniel Webber, Iwan Rheon, Erin Ownbey, Aaron Jay Rome, Alyssa Marie Stilwell
Casa di produzione: 10th Street Entertainment, LBI Entertainment, Netflix
Durata: 107’

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