Without a Stitch

“People often use the words “sexual morality” It is a confusing expression”

È che uno dice Danimarca e gli si apre un mondo di luoghi comuni. Biondi esseri perfetti disposti a fare sesso quando e con chi gli pare. Si dice no?
Ed ecco noi, che vogliamo fuggire da queste leggende perché si ok, magari le cose lì sono un po’ diverse, ma non esageriamo. Restiamo dubbiosi delle storie di viaggi di amici e conoscenti che raccontano di quanto sia facile introdursi nei letti dei nordici anche perché siamo italiani. No, rifuggiamo da tutto ciò anche perché in Danimarca ci siamo stati. 

Poi ci troviamo per le mani questo “Without A Stitch”, traduzione letterale dall’originale “Uden en trævl” e ci crolla un mondo. Anzi, si apre un mondo, quello dei luoghi comuni. Che avesse ragione l’amico che diceva “ho bevuto una birra con una sconosciuta, cinque minuti e poi dritti a letto!” o quell’altro che assicurava d’aver consumato due pacchetti di preservativi? Tutto questo revisionismo ci spiazza perché questo film è un immenso inno alla libertà di costumi, al divertimento sfrenato e contro la moralità eccessiva.

Questa è una commedia veloce, azzeccata e accompagnata da un’allegra colonna sonora pop/easy listening. Una lunga lista di gag sessuali e scene soft-core, con un solo messaggio: fornicate, divertitevi. 
Volendo si può considerare “Without A Stitch” una specie di prova generale di quelli che saranno i due filoni della commedia soft core e hot danese che esploderanno poi negli anni settanta: i “Sengekantsfilm” e i “Stjernetegnfilm”.

Qui ci troviamo con Lillian una studentessa di diciassette anni e mezzo che è inibita sessualmente. Per curarsi va dal Dott.Petersen una sorta di sessuologo/ginecologo/scienziato. Il Dottore testa punti erogeni, parla apertamente di pratiche sessuali e infine si adopera come cavia per capire se la ragazza è guarita. Ma non pensate male, non c’è malizia in lui. È un uomo di scienza freddo e preciso che spiega a Lillian in tutti i modi appunto che il sesso è una gran bella cosa e non ne deve aver paura.

Compiuti diciotto anni la la ragazza inizia un lungo viaggio in Europa passando per la Germania, l’Italia e la Francia mostrando quanto sia guarita e scrivendo tutto su un diario.
Ironico, leggero, sexy, questo film del 1968 è un allegro passatempo senza pensieri.
Regista di queste simpatiche avventure è Annalise Meineche, più nota nel mondo del teatro dove è ancora attiva ancora oggi, che nel cinema che l’ha vista alla regia di una manciata di commedie erotiche.

Purtroppo e molto ingiustamente breve carriera cinematografica anche per Anne Grete Nissen, l’algida e bella Lilian. Anche lei attrice di teatro e poi interprete di qualche commedia sexy, qui all’esordio, è passata poi al cinema svedese recitando sempre in commedie soft-core.
Il nome famoso del film è Ib Mossin, il fortunato e bravo medico Petersen. È’ entrato nella storia per essere stato tra gli interpreti della fortunata serie di film “Father Of Four” ispirata a un fumetto. Poi la sua carriera è continuata con una vasta presenza in film danesi di ogni tipo, compresa una lunga serie sui racconti di Morten Koch. Divenuto una star in patria e abbinato la sua immagine a quella del bravo ragazzo, ha concluso la sua carriera con un libro autobiografico prima di morire nel 2004. Piccola parte per Soren Stromberg che vedremo in due “Stjernetegnfilm”.

Scheda Tecnica
Titolo Originale: Uden en trævl
Titoli Alternativi: Die Jungfrau von 18 Karat  (Germania), Ei rihmaakaan, Ilman rihmankiertämää (Finlandia), La pornovergine (Italia), Nue comme un ver (Canada) The Eighteen Carat Virgin (Internazionale), Utan en tråd (Svezia, Norvegia), Without a Stitch (USA, sottotitolato), Without a Stitch of Clothing (USA, doppiato)
Anno: 1968
Nazione: Danimarca
Regia: Annalise Meineche
Cast: Grete Nissen, Ib Mossin, Niels Borksand, Ki-Jo Feza, Niels Dybeck, Ake Engfeldt
Durata: 89′
Casa di Produzione: Palladium, Tonylyn Productions Inc