White Lines
So Nights are so big. You’ll never recover
Che nomea si stanno facendo autori e registi spagnoli in questa new wave in streaming, è una cosa che mi chiedo spesso. E la risposta, onestamente, non è che mi entusiasmi. A costo di passare per vecchio trombone ma oggi dalla Spagna arrivano spesso lavori tamarri e un po’ scontati, che oggi, grazie soprattutto a “Netflix” imperversano sui device di tutto il mondo.
Non sto parlando solo di Alex Pina e non lo vedo come l’anticristo, ma sicuramente è quello che al momento, ricco contratto con il colosso americano in mano, sta segnando le produzioni del suo paese.
Così in attesa di “Sky Rojo” e dopo esserci “gustati” la “Casa di Carta”, Pina ci propone “White Lines”.
Una serie dal titolo buono per una storia di droga (ma solo a tratti lo è), ambientata in quel di Ibiza, al centro di un mega spot che ne magnifica le situazioni di feste scatenate ma anche i meno conosciuti aspetti ambientali (questi per i vecchi tromboni di cui faccio parte). Non che l’isola delle Baleari abbia bisogno di pubblicità ma Pina si sente in dovere di sottolineare che lì si scopa, ci si droga, si fa festa fino al mattino e se siete vecchi tromboni, avete pure delle spiagge bellissime (mo, me lo segno).
Una serie che inizia in maniera suggestiva, con il cadavere di Axel Collins noto DJ residente a Ibiza scomparso da venti anni che viene trovato in un terreno di proprietà di un’importante famiglia di Ibiza in Almeria. La sorella Zoe, che ha vissuto nella speranza di ritrovare il fratello scomparso, parte per l’isola in cerca di verità.
E fin qui tutto bene, il giallo, i vari sospettati, i flash back sulla vita di axel ma Pina, così come nella “Casa di Carta”, inserisce tantissimi momenti da soap opera, con litigi di famiglia che si riappacificano solo per affari in stile “Beautiful”, storie d’amore che nascono e s’interrompono e struggenti momenti di dubbi esistenziali. Così tante situazioni di questo tipo, che alcune puntate sono addirittura superflue. E noiose.
A ciò va aggiunta una grande dose di sesso, inserita a forza e spesso gratuitamente, forse a sottolineare, che a Ibiza si scopa. Ma lo sappiamo, Pina, lo sappiamo, si è sempre saputo, quello che non sappiamo è come morto Axel Collins e vorremmo che ci fosse raccontato senza perdersi in altre inutili situazioni.
Sulla sua morte, come detto, indaga Zoe, il cui fratello per lei era un tutto e la sua partenza per Ibiza e in seguito la sua scomparsa ha generato non pochi problemi psicologici alla sorella negli anni passati.
Lei entra nel mondo di Ibiza, lasciando marito e figlia e vivendo per la prima volta diverse emozioni. Sul suo cammino incontra gli amici del fratello che l’hanno accompagnato nella sua avventura da Manchester a Ibiza e che hanno assistito alla nascita, all’incoronazione e alla decadenza di un DJ famosissimo.
Non solo loro comunque, perché nella storia ci sono due famiglie potenti di Ibiza, un immancabile giro di droga con dei romeni e un affascinante e violento buttafuori che ruba il cuore di Zoe, prima di pentirsi di tutto. Sia di lei che della sua vita.
“White Lines” è un po’ un’occasione sprecata, perché il centro della storia (cioè la vicenda di Axel) nonostante qualche incongruenza è interessante e in parte originale. La narrazione e l’incastro giallo funzionano, però davvero, troppe cose superflue, compreso una specie di alleggerimento comico, rendono questa serie un prodotto da spiaggia e un po’ tamarro. Signori, sappiate che c’è poco da fare. In alto i vostri mojito, questo è il mondo di Pina!
Pina ha rotto il cazzo!