Un Gatto Nel Cervello

Un Gatto Nel Cervello



Mi diceva che le prime manifestazioni del suo disturbo sono l’odio verso gli hamburger e i giardinieri
Questo è un avvertimento e se siete qui, su questo blog, il discorso vale anche per voi.
Troppo horror, troppo splatter e in generale un eccesso di cinema portano alla follia. Ed è ciò che, in parte ironicamente, il buon Lucio Fulci cerca di dire in questa sua pellicola, raccontata in prima persona in una sorta di film autobiografico. Lui, per il troppo lavoro inizia a dare di matto. Non mangia più carne che gli ricorda i cadaveri, distrugge il lavoro di un carpentiere perché stava usando una motosega e aggredisce un gruppo di tedeschi immaginandosi sul set di un film sul nazismo o nazisploitation se preferite.
Con un quadro clinico così è naturale rivolgersi a uno specialista, ma se quello è un pazzo criminale le cose non possono di certo migliorare. Ne deriva che il povero Fulci immagina di essere un pericoloso assassino.
Così inizia un intreccio, ben fatto, tra quello che è realtà, quello che è immaginazione e quello che è il girato del reUn Gatto Nel Cervellogista che intanto continua a lavorare. “Un Gatto Nel Cervello” scorre per buona parte nel meta cinema, buttandoci morti squartati, scene splatter e qualche tetta, risultando così un miscuglio di generi con una piccola dose di ironia.
Il gioco fondamentalmente regge, anche se questo non è di certo il miglior Fulci, anzi e va detto che qui troviamo pure una serie di cose che abbassano il livello nonché il giudizio finale.
Film artigianale fino all’osso, niente di male ovviamente, ha degli effetti s
peciali imbarazzanti. Come dimenticare il “gatto” delle prime scene che raschia nel cervello, oppure la quantità di teste mozzate e di cadaveri putrescenti poco credibili.
Lucio Fulci
La presenza pressoché costante di musica, in parte ripresa da “E Tu Vivrai Nel Terrore l’Aldilà” stanca e abbassa il pathos e la soluzione finale è troppo sbrigativa.
Poi come non notare che sappiamo subito chi è l’assassino e quindi non ci resta che guardare gli avvenimenti. Ma al di là dei difetti “Un Gatto Nel Cervello” resta un film simpatico per i fan di Fulci e per i quelli di un certo cinema molto casalingo.
Volendo dargli un aspetto filosofico potrebbe apparire come una specie di addio o di testamento, anche se Fulci non ha terminato la carriera con questa pellicola.
Girato in soli due mesi con un budget irrisorio, nemmeno duecento milioni di lire, questo film mostra diverse scene prese da precendenti film di Fulci, tra i quali “Quando Alice Ruppe Lo Specchio” o il mUn Gatto Nel Cervelloai completato “I Fantasmi di Sodoma”, tutto fa brodo insomma. La prima stesura della sceneggiatura non prevedeva dialoghi ed era di sole quarantanove pagine che narravano scene horror.
Il ruolo del protagonista interpretato dallo stesso regista, s’accompagna alle performance di un’attrice dal lungo curriculum come Malisa Longo e da spezzoni che mostrano un altro attore importante,  Brett Halsey.
Al fondo della solita scheda tecnica alleghiamo le considerazione del nostro live su Twitter del 2 novembre.

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Un Gatto Nel Cervello

Scheda Tecnica
Titolo Originale: Un Gatto Nel Cervello
Titoli Alternativi: A Cat in the Brain, Cat in the Brain (USA), Nightmare Concert (A Cat in the Brain) (Internazionale), To konserto tou tromou (Grecia), Un gatto nel cervello (I volti del terrore) (Italia, alternativo)
Anno: 1990
Nazione: Italia
Regia: Lucio Fulci
Cast: Lucio Fulci, David L.Thompson, Malisa Longo, Shilett Angel, Jeoffrey Kennedy, Brett Halsey
Durata: 87′
Casa di Produzione: Executive Cine TV
Live Twitter:
02 Novembre 2011

 

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