A Classic
Horror Story
Di che cosa si ciba il clown di It? Bambini.
-Paura.
-Che hai detto?
-I bambini sono solo un mezzo. Pennywise mangia la loro paura.
Se non ci fosse un titolo così esplicito sicuramente dopo i primi minuti avrei smesso di guardare questo film. E andiamo su! C’è un gruppo di persone su un camper, finiscono nel bel mezzo di una fitta foresta. Parte il gioco di prevedere chi muore prima. E lo azzecco.
Ma come ho detto, con un titolo di questo tipo, la curiosità è tanta. E la speranza è ben riposta in un film che è una critica a volte ironica al cinema italiano, a quelli che recensiscono (ops), alla società e a un certo pubblico mediocre.
Il tutto per via di un film horror che non va tanto per il sottile, mostrandoci sangue e cattiverie sparse in una confezione ben curata in tutti i dettagli grazie all’ottima la fotografia di Emanuele Pasquet.
E non solo, perché c’è ottimo cast sempre in parte con la brava Matilda Lutz (Revenge, The Ring 3), un ottimo Francesco Russo e ancora Will Merrick, Peppino Mazzotta per finire con Cristina Donadio la Scianel di Gomorra.
Prodotto da Colorado Film e distribuito da Netflix, questo film vede l’esordio in un lungometraggio di Paolo Strippoli che con Roberto De Feo (The Nest), gira e scrive (con altri) la sceneggiatura.
A Classic Horror Story prende a piene mani stereotipi e ispirazioni da altri film, sparsi negli anni, dal classico Texas Chainsaw Massacre di Tobe Hooper, passando per Hostel di Eli Roth e chiudendo con una particolare predilezione per Midsommar. Per citarne solo alcuni. Ecco, per certi versi questo film è la versione calabrese del film di Ari Aster, riuscendo però a non scadere nel banale pur caratterizzandolo e ambientandolo in una Calabria che sembra in parte il Texas e in parte la Svezia.
Un lunghissimo gioco di citazioni che a lungo andare è anche un po’ il problema di questo lavoro. Perché va bene l’omaggio, va bene il mezzo per arrivare a un altro obiettivo, ma una maggiore visione personale dell’horror sarebbe stata perfetta.
In ogni caso A Classic Horror Story è una bella visione, cruda e spietata con un epilogo molto azzeccato (lì sì, molto originale).
Dicevo, ci sono cinque persone che usufruiscono del carpooling per recarsi in Calabria. Nel mezzo di una fitta boscaglia hanno un incidente. Si risvegliano in mezzo a un campo, vicino a una casa che sa di tempio pagano e in cui trovano una ragazzina con la lingua mozzata.
Secondo Fabrizio, calabrese doc, il tutto può essere legato a tre personaggi folkloristici Osso, Mastrosso e Carcagnosso, fondatori di tutte le mafie, qui resi mostri equamente divisi in uno che non vede, uno che non sente e uno che non parla. I tre esigono il loro tributo di sangue.
E qui divento omertoso, per non spoilerare le tante sorprese di un lungo finale, forse anche troppo, che funziona bene e strappa un amaro sorriso.
Scheda Tecnica
Titolo Originale: A Classic Horror Story
Titoli alternativi:La clásica historia de terror (Argentina, Spagna), Um Clássico Filme de Terror (Brasile), Un film d’horreur classique (Canada), Klasična horor priča (Croazia), Klasický horor (Rep.Ceca), Se tavallinen kauhutarina (Finlandia), Μια Κλασική Ιστορία Τρόμου (Grecia), Közönséges horrorsztori (Ungheria), Una classica storia dell’orrore (Italia), クラシック・ホラー・ストーリー (Giappone), La clásica historia de terror (Messico), En klassisk grøsser (Norvegia), Klasyczny horror (Polonia), O poveste de groază clasică (Romania), Классическая история ужасов (Russia),典型恐怖故事 (Singapore), En klassisk skräckfilm (Svezia), 經典恐怖故事 (Taiwan), Klasik Bir Korku Hikâyesi (Turchia), Класична історія горрору (Ucraina), Chuyện Kinh Dị Kinh Điển (Vietnam)
Nazione: Italia
Anno: 2021
Regia: Paolo Strippoli, Roberto De Feo
Cast: Matilda Lutz, Francesco Russo, Will Merrick, Peppino Mazzotta, Cristina Donadio
Casa di produzione: Colorado Film
Durata: 95’
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