Napoli Violenta
ma voi mi avete rovinato la serata! mi vulite fa vomità! Perchè mi avete portato accà ‘sto ommo e merda? ‘sta spia fetente, stu sbirro? Dovevate buttarlo dentro una chiavica
La bella Napoli è rovinata da una malavita piuttosto violenta. In un contesto del genere ci vorrebbe la presenza di uno come il Commissario Betti. Lui forse da solo non basterebbe e al suo fianco andrebbe messa una figura dal piglio sicuro e dalla grande bravura, un tipo insomma, come Umberto Lenzi.
Sogni e risultati (purtroppo solo su pellicola) realizzati con questo “Napoli Violenta”, secondo episodio della trilogia del Commissario Betti con il solito impassibile Maurizio Merli e con il cambio dietro alla macchina da presa con Lenzi che prende il posto di Marino Girolami.
Il grande Umberto crea un’avventura sicuramente degna e ben strutturata. Il binomio Merli/Lenzi come sappiamo ha dato vita a perle del genere “poliziottesco” e “Napoli Violenta” pur non essendo un capolavoro assoluto, è un episodio riuscitissimo.
A parte il fatto che l’accento napoletano si sente ben poco il film ha connotati da “action movie” e finalmente un finale diverso da quello classico.
Di certo il Betti non trova la tipica simpatia napoletana al suo arrivo, ma un losco figuro “O’Generale” anziano e potentissimo camorrista che apostrofa il nostro eroe: “Bentornato, signor commissario! Ma voi dovete essere prudente, vedete…Napoli è una città pericolosa, a non stare bene attenti!”.
Come inizio non c’è male, ma Betti, come al solito è un commissario d’acciaio, sicuro di se e dei suoi metodi da “tolleranza zero” contro la malavita.
Tra microcriminalità, camorra e i loschi traffici di “O’Generale” e di un certo Casagrande, Betti si trova impegnato giorno e notte trovando appoggio in una piccola parte della popolazione e soprattutto, per una volta, dal questore.
Nella classica storia “poliziottesca” Lenzi inserisce sequenze violente, come l’omicidio al bowling e una vastissima serie di inseguimenti, in soggettiva, che trovano l’apoteosi nella leggendaria scena della funicolare nella quale un’innocente donna finisce spiaccicata contro la cabina che viaggia in senso opposto.
I personaggi e le tematiche, sono sempre identici, stereotipati, ma il risultato finale male non è. Così come male non è il personaggio di Gennarino, un bambino figlio di un onesto garagista che viene ucciso per non aver pagato il pizzo. Gennarino rimasto invalido dopo l’incendio che devasta l’officina del padre si ritrova a dover chiedere l’elemosina al semaforo. Ma il suo sguardo basta a convincere Betti a non abbandonare la sua “missione”.
Successo commerciale grandissimo, tra i maggiori di Lenzi, che in soli quattro giorni a Napoli incassò quasi sessanta milioni di lire. Il cast è composto da volti noti del cinema di genere e alcune stelle partenopee. Oltre all’immancabile John Saxon troviamo Barry Sullivan (O’Generale) attore americano passato dal teatro al cinema, ha interpretato parti in serie televisive e film western e in diversi poliziotteschi. Elio Zamuto, noto doppiattore e attore italiano, Maria Grazia Spina e Silvano Tranquilli interpretano i restanti ruoli di maggior risalto.
Scheda Tecnica
Titolo Originale: Napoli Violenta
Titoli Alternativi: Violent Naples, Violent Protection (Usa), Camorra – Ein Bulle räumt (Germania), Death Dealers (UK), Makeleio stin asfalto (Grecia), Opération casseurs (Canada), Operation casseur, S.O.S jaguar: Opération casseurs (Francia)
Anno: 1976
Regia: Umberto Lenzi
Nazione: Italia
Cast: Maurizio Merli, John Saxon, Elio Zamuto, Maria Grazia Spina, Silvano Tranquilli, Attilio Duse
Durata: 95′
Casa di Produzione: Paneuropean Production Pictures
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