Love Letters
Of A Portuguese Nun
Ovvero il nunsploitation secondo le capaci mani di Jess Franco. Tette, violenza, sesso e sangue come nei suoi film più estremi? Oppure vellutato eros come in quelli di inizio anni settanta? E Lina Romay è la protagonista? Sorpresa! Nulla di tutto ciò, o meglio una media piuttosto matematica delle cose.
“Love Letters…” ispirato, più che altro nel titolo, a un libro del 1669 pubblicato sotto forma di epistole e attribuito a una suora portoghese è un film che spiazza un po’ contando il tema e appunto le lecite attese legate al buon nome di Franco.
In realtà questo è un film che mostra i diversi canoni stilistici e narrativi del grande regista spagnolo, che crea un’opera decisamente buona per il nunsploitation. I canoni classici del genere di certo non mancano, ambientazione medievale, un monastero e le perversioni dei religiosi attratti dal diavolo, dal sesso e dalle punizioni fisiche. E’ tutto presente, anche se le scene hot di “Love Letters…” non sono tantissime e toccano l’apice nell’orgia col diavolo. Per il resto largo spazio a cose più intuitive.
Il fatto che non ci sia la trasbordante Lina Romay toglie alla pellicola l’esuberante e naturale eros dell’attrice, che lascia spazio all’innocenza di un’ingenua sedicenne che, a scanso di equivoci, non appare mai nuda.
Ottimo poi l’occhio di Franco che gioca con la camera e non rinuncia, al solito, a diversi simbolismi. Il risultato è una storia che tiene bene dall’inizio alla fine. Certo, ogni tanto qualche scena inutile c’è e anche l’antagonista, un principe locale, risulta un po’ appiccicato alla trama per non parlare di un finale troppo sbrigativo.
La storia narra la vita di Maria, la sedicenne, colta da Padre Vicente in atteggiamenti affettuosi con un ragazzo. Il prete convince la famiglia a consegnargliela e a portarla in un convento diretto da Madre Alma. Il convento in realtà è votato più al diavolo e al sesso che a Dio.
Maria è in balia dei piaceri e dei voleri di Alma e Vicente e la sua purezza viene sacrificata in onore e dal diavolo che appare in una messa a lui dedicata. Stufa di tutto ciò Maria cerca di fuggire, ritrovata e recuperata viene mandata davanti al tribunale inquisitore che la condanna al rogo.
Come ultimo sfogo scrive una lettera a Dio che lanciata dalla finestra finisce nella mani del Principe locale che interviene durante l’esecuzione smascherando i cattivi e liberando la ragazza. Un valore in più al film lo aggiunge il breve “cameo” dello spettacolare monastero di Belem, qui sede arcivescovile. Il cast è composto da Susan Hemingway (Maria) alcun legame con Ernest, Ana Zanatti (Alma) nota in patria ed Herbert Fux nei panni del diavolo, un attore austriaco che poi si è dato a una lunga carriera politica. Non ha lasciato il mondo del male parrebbe.
Titolo Originale: Die Liebesbriefe einer portugiesischen Nonne
Titoli Alternativi: Cartas de amor a una monja portugesa (Spagna), Confessioni proibite di una monaca adolescente (Italia), Lettres d’amour d’une nonne portugaise (Francia), Love Letters from a Portuguese Nun, Love Letters of a Portuguese Nun (USA), Tuhansien himojen luostari (Finlandia)
Anno: 1977
Regia: Jesus Franco
Cast: Susan Hemingway, William Berger, Herbert Fux , Ana Zanatti, Aida Vargas, Vítor António Fernando Queiroz de Melo, Isa Schneider, Herman José , José Viana
Durata: 89′
Casa Di Produzione: Ascot Film
Social Profiles