Self Service Girls
They can be very, very, friendly!
Fare un film, senza fare un film. Specialità dei bravi registi dell’exploitation. E in questa lista di gran furbacchioni (e paraculi), trova sicuramente posto lo svizzero Erwin C.Dietrich.
Quindi potete immaginare già, di che tipo di pellicola stiamo parlando: un collage di scene che mostrano tette, vagine e che puntano senza ipocrisie al softcore.
Il colpo di genio di Dietrich è dare al contenuto una sfacciata confezione che non ha alcun ritegno. Ci prende in giro, palesemente, perché “Madchen, die sich (selbst) bedienen” (titolo originale traducibile in “Le ragazze che (si) aiutano”) ha come filo conduttore un ragazzo che entra in un porno shop e guarda, pagando in monetine, diversi filmetti hard-core.
Sette brevi sketch quasi tutti comici, assurdi, inutili e qualche volta un po’ noiosi. Una ragazza in un bowling batte tutti gli uomini e poi decide di sfidarli in altro. Un’infermiera cerca di donare un ultimo momento di piacere a un paziente operato ai genitali. Una scultrice nota un uomo in una sauna e lo porta a casa per fare il calco del suo pene. Su un aereo una hostess e un passeggero trascorrono al meglio il volo. Un uomo che guarda un cartone porno si rende conto che la vicina è più interessante. Una ragazza trova molto piacevole il suono del violino di un vicino e infine un uomo si vendica dei rumori dei vicini. Chiusura con una specie di joie de vivre (si fa per dire) con vibratori.
Le scenografie kitsch spesso con colori accesi, sottolineano ancor di più il fatto che ci troviamo di fronte al classico filmetto commerciale, astutamente messo in piedi dal buon Dietrich.
Regia e interpretazione al minimo sindacale ma il cast è sicuramente di grande qualità per il genere, con attrici e attori che abbiamo visto in altre pellicole del regista o che sono corpi noti (più che volti) del genere.
C’è la poderosa Christa Free, (qui come infermiera), che in carriera ha lavorato solo con Dietrich e che ricordiamo con piacere, tra i tanti ruoli, come protagonista di “Der Teufel in Miss Jonas”. Anche la bellissima Rita Waldenberg, la ragazza del bowling, l’abbiamo vista nello stesso film così come Marianne Dupont che qui fa la scultrice.
La lunga batteria femminile continua con la rossa Claudia Fielers, Esther Studer e Martina Domingo che ha lavorato anche con Jess Franco in “Die Sklavinnen” e “Downtown – Die nackten Puppen der Unterwelt”.
Secondaria ovviamente è la presenza maschile che ha in Eric Falk l’alfiere. Falk è colui che guarda il cartone porno, nel segmento più lungo, più noioso, ma artisticamente più interessante. “Everady Harton in Buried Treasure” è probabilmente il primo cartoon hard della storia. Creato circa nel 1928 è un’opera misteriosa, perché non si sa con certezza chi l’abbia creata (si parla di importanti cartoonist come Max Fleischer, Paul Terry, Walter Lantz, George Canata e altri ancora) e di tre gruppi che ci avrebbero lavorato per mostrarlo a una festa privata in onore di Winsor McCay.
Recuperato dal dimenticatoio sul finire degli anni settanta, il cartone è stato mostrato in diversi Festival per finire poi nel 2002 in una raccolta di film porno realizzati tra il 1905 e 1930.
Scheda Tecnica
Titolo Originale: Mädchen, die sich (selbst) bedienen
Titoli Alternativi: Self Service Girls (Canada, USA),Giochi proibiti al sexy shop (Italia), Tempting Roommates (internazionale)
Anno: 1974
Nazione: Germania/Svizzera
Regia: Erwin C.Dietrich
Cast: Martina Domingo, Rita Waldenberg, Christa Free, Marianne Dupont, Esther Studer, Claudia Fielers, Monika Rohde, Michel Jacot, Eric Falk
Durata: 71’
Casa di Produzione: Elite Film
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