Anno 2020
i gladiatori del futuro
Noi siamo il nuovo Ordine. Noi siamo l’unica vera forza emergente dalla rovina totale della guerra atomica e noi soli rappresentiamo il futuro. Noi portiamo giustizia e legge su un mondo in prenda alla barbaria.
L’inizio è un’esplosione fragorosa, sorprendente. E ci sta, perché siamo nel post-nuke. E ci sta perché il regista che si firma Kevin Mancuso è in realtà Joe D’Amato che con l’amico, co-regista e autore della storia, George Eastman, mostra la sua bravura e soprattutto la mancanza di ogni freno.
Un caos dove capita di tutto. Violenze di ogni tipo, splatter, cowboy che vagano, iconoclastia e tutto quello che vi viene in mente. Passati, questi primi ed entusiasmanti minuti ci si rende conto in fretta che la bomba, che è esplosa ha raso al suolo tutto, sceneggiatura e realizzazione comprese.
Così si sfocia in un film imbarazzante, difficile da seguire, con punte trash e momenti assurdi non da poco. Gli indiani. I cowboys. Saloon. Mezzi presi da uno sfascia carrozze. Una recitazione improponibile, in un set che mostra senza pietà tutta la sua artificiosità.
Il colpo del ko però si ha con il personaggio principale, il classico eroe, interpretato da Al Cliver, che sparisce già a metà del film, lasciandoci il dubbio di una “exit strategy” da parte dell’attore oppure di uno dei tanti buchi nella sceneggiatura.
Sparito lui, lo spettatore resta in balia di attori decisamente incapaci che danno vita a personaggi piatti. Sabrina Siani, la bella di turno vista in diverse altre pellicole anni ottanta, vaga con uno sguardo vuoto, quasi a volerci comunicare che lì non ci vorrebbe stare. Peggio di lei fanno in parecchi a cominciare dal cattivo, un simil-nazi claudicante poco credibile che se la vede poi con un giapponese e naturalmente con l’exploit degli indiani che arrivano dalle colline.
Un post-nuke western era probabilmente l’obiettivo principale, malamente mancato anche a fronte di un cast che sulla carta aveva buone potenzialità. Perché oltre ad Al Cliver, troviamo altri buoni interpreti del cinema di genere, come Daniel Stephen, Peter Hooten, Al Yamanouchi, Donald O’Brien e Geretta Geretta, oltre alla già citata Sabrina Siani.
Dopo lo scoppiettante avvio capiamo che gli assalitori sconfitti si ritirano mestamente, lasciando alla popolazione una duratura pace. Lo capiamo perché finito l’attacco Nisus e Maida (Al Cliver e Sabrina Siani), mettono su famiglia e contribuiscono al bene di questa nuova società.
La pace comunque termina, come ovvio, perché arrivano dei “cattivissimi” biker al servizio del nazista zoppo. Loro vogliono rubare le risorse alla popolazione e lo fanno con mezzi scassati e buffi scudi termici usati da una specie di celere.
La riscossa arriva grazie ai cowboy, che giocano alla roulette russa, che liberano la bionda, che scappano con il giapponese e infine fanno comunella in un bosco con degli indiani. Cattivi annientati, triturati. Un po’ come il cinema.
Scheda Tecnica
Titolo Originale: Anno 2020 i gladiatori del futuro
Titoli Alternativi: 2020 Texas Gladiators, 2020 Gladiadores de Texas, 2020 Los Rangers de Texas (Spagna), Texas v. 2000 (Finlandia), 2020 Texas Gladiators (Francia), 2020 Freedom Fighters (UK), Oi monomahoi tou Texas (Grecia), One Eye Force (Norvegia, internazionale), 2020 – Os Gladiadores do Texas (Portogallo)
Anno: 1982
Nazione: Italia
Regia: Joe D’Amato, George Eastman
Cast: Daniel Stephen, Peter Hooten, Al Yamanouchi, Donald O’Brien, Geretta Geretta, Sabrina Siani, Al Cliver
Durata: 91’
Casa di Produzione: Continental Motion Pictures Corporation, Erka Cinematografica
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