Mark of the Whip
The stinging pain shoots through her. She can hardly catch her breath before she feels the next strike.
“When a problem comes along/You must whip it” cantiamo per tutta la durata dei film. E sì che lo sappiamo che i Devo non hanno scritto “Whip it” per inneggiare al sadomaso, ma l’assonanza con la canzone e il film è automatica. D’altronde va anche detto che questo film non inneggia (o omaggia) il cinema e che dopo un po’ è automatico distrarsi dalla visione e magari canticchiare qualcosa. “Crack that whip!/Give the past a slip”. Il cinema estremo quello che osa l’inosabile e rompe i tabù ci piace, ma deve avere un senso, una struttura che giustifichi una storia che vada oltre il consentito. “Step on a crack/Break your momma’s back”.
Abbiamo già incontrato Roman Nowicki per il pessimo sci-fi erotico “Abducted by the Daleks”, ne avevamo già abbastanza ma ci hanno consigliato la visione di questo suo altro lavoro che scopriamo che ha qualcosa in comune con il suddetto sci-fi.
L’anno di uscita innanzitutto (2005), il digitale e lo studio dove sono state fatte le riprese. E poi un’incomprensibile scelta, almeno per noi, di mettere una maschera di gomma a tutti i personaggi maschi (si potrebbe cercare un simbolismo ma è davvero troppo per un film del genere) e la comprensibile, solo per l’estetica, scelta di utilizzare bellissime attrici dell’est che però parlano un pessimo inglese, rendendo difficile la comprensione delle già banali battute. “When something’s goin’ wrong/You must whip it”
Poi, contente loro, si fanno maltrattare, spogliare, legare, palpare prendere a frustate in un voyeuristico esercizio cinematografico che cerca una giustificazione al tutto in una vaga trama incentrata su un gruppo di psicopatici che ama la frusta e il sadomaso. “Now whip it/Into shape/Shape it up/Get straight/Go forward”.
Sembra poi che Nowicki abbia problemi con le auto, che si guastano solo di notte vicino a tetri boschi, e sono guidate da bellissime ragazze in minigonna senza o con poco intimo, che invece di rimanere sulla strada o continuare a piedi s’inoltrano nella boscaglia. L’abbiamo visto in “Abducted by the Daleks” e rivediamo lo stesso inizio qui, con una ragazza che è poi catturata da un gruppo di freaks che dovrebbero essere anziani (crediamo) ma sono attori che indossano una maschera di gomma. La prendono, la spogliano, la toccano e la frustano. Finisce in ospedale accudita da lesbo infermiere che la legano al letto nuda e a gambe aperte. Arriva una poliziotta che ascolta la storia, la palpa un po’ e inizia a indagare sull’accaduto. Cerca di catturare lo psicopatico sadico ma finisce lei stessa nuda, legata e frustata, scoprendo un certo piacere nella cosa. E abbiamo anche la poliziotta morbosa.
Il picco della demenza si raggiunge con un’altra ragazza sorpresa a fare graffiti da un energumeno (mascherato) che inizia a prenderla a frustate riuscendo a spogliarla completamente. “When a good time turns around/You must whip it”.
Forse per paura di essere preso sul serio o per stemperare il clima Nowicki realizza anche un making of che svela i trucchi del film, facendo vedere le attrici allegre e spensierate sul set. Buon per loro. Noi dopo questa visione non siamo né allegri né spensierati perché questo film nulla racconta, ma si limita a mostrare corpi nudi, vagine aperte e pure una scena hard del tutto gratuita. Ci viene il dubbio se “Mark of the Whip” possa almeno piacere agli amanti delle fruste e per quanto ci riguarda, ci frustiamo a vicenda per espiare il tempo perso nella visione di questo filmaccio. It’s not too late/To whip it/Whip it good.
Scheda Tecnica
Titolo originale: Mark of the Whip
Anno: 2005
Nazione UK
Regia: Roman Nowicki
Cast: Conrad Bismark, Kate Blonde, Hana Liska, Baron Trenck, Maria Vaslova
Durata: 81′
Casa di Produzione: Teraz Film
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