Hope Lost
It’s one of the golden rules of cinema. Before inevitable doom, there must always be a scene of hope
Fin dai primi minuti “Hope Lost” sembra un progetto da paraculi, se ci permettete un termine tecnico ed elegante. Il cinema indipendente italiano sembra cerchi di fare soldi facili con un buon regista, David Petrucci, e una produzione (Ambi e Iervolino Turco) con qualche appoggio in Canada. Hope Lost.
E soprattutto con una storia che da subito parla di violenza e prostituzione e che odora di rape revenge o di torture porn, tanto per seguire la moda. La presenza di attori americani noti, come Micheal Madsen, Danny Trejo, Mischa Barton e Daniel Baldwin, fa proprio pensare all’operazione commerciale. Hope Lost.
Invece minuto dopo minuto “Hope Lost” fugge da tutto ciò. Non è nemmeno un film di genere in senso stretto ma sembra più un film di denuncia. Con un titolo che calza a pennello, una locandina che indica i corpi come merce, Petrucci racconta una triste realtà senza filtri e senza sfumature nella quale, a parte le due protagoniste, tutti sono spietati approfittatori. Scene di violenza, momenti drammatici, ambienti scuri, in cui la mano di Petrucci si muove bene, sottolineando tutta la tensione del momento. L’ottima fotografia e il buon commento sonoro completano il tutto, portando lo spettatore a vivere picchi di tensione e di disgusto. E a tal proposito citiamo l’ottima scena dell’aborto.
Per qualche ragione, supponiamo di accessibilità dell’opera, il film si chiude con un finale un po’ revenge, che vede la citazione degli “Snuff Movie”, la catarsi di uno dei personaggi e la salvezza delle protagoniste.
A gusto puramente personale ci sarebbe piaciuto vedere una lunga caduta negli inferi della cattiveria dell’essere umano e avrebbe rappresentato una piccola novità. Ma anche così, pur non essendo una ventata di fresco, il film di Petrucci è una pellicola intensa che colpisce lo spettatore.
Gli attori sopra citati uniti a nomi meno noti (ma altrettanto bravi) italiani, come Francesca Agostini, Alessia Navarro e Diego Pagotto, compiono il proprio dovere, senza, a dire il vero, cambiare il loro stile.
Micheal Madsen è il cattivo capo della banda, eroinomane e perverso, che ciondola come ai tempi migliori. Danny Trejo è lo spietato tirapiedi, il controllore delle prostitute. Baldwin è un convincente finto prete che cerca di capire se qualcuna delle ragazze ha intenzione di denunciare il tutto. E infine Mischa Barton è l’amica del cuore della protagonista, una sorta di spalla convincente (e bellissima).
Sofia (Francesca Agostini) è una ragazza romena che sogna di entrare nel mondo dello spettacolo. In un locale conosce il bel Gabriel, che le promette un provino. L’uomo invece la porta in Italia e la dà, per ripagare un debito, alla banda capeggiata da Manol (Micheal Madsen) che si affida a Marius (Danny Trejo) e ad altri per gestire il tutto. Costretta a prostituirsi, segregata e maltrattata, Sofia scopre che non c’è nessuno che voglia aiutarla, clienti inclusi, come Eva (Francesca Agostini) sadica lesbica. Solo Alina (Mischa Barton) altra prostituta compatisce e aiuta Sofia. Ma le due vengono comprate da Ettore per essere le protagoniste di uno Snuff Movie. Tra finte promesse e trappole si arriva al finale che richiama il torture porn e che purtroppo, come già detto, porta un briciolo di luce in questa oscura storia.
Titolo Originale: Hope Lost
Anno: 2015
Nazione: Italia
Regia: David Petrucci
Cast: Francesca Agostini, Alessia Navarro, Mischa Barton, Andrey Chernyshov, Diego Pagotto, Daniel Baldwin, Danny Trejo, Micheal Madsen
Casa di produzione: Ambi Pictures, Iervolino Turco
Durata: 94’
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