Green Room
Now. Whatever you saw or did. Is no longer my concern. But let’s be clear. It won’t end well.
Questo non è un nostro “Desert Island movie”, parafrasando un gioco dei protagonisti, ma è una piacevole scoperta che conferma l’abilità dell’americano Jeremy Saulnier che si è fatto conoscere nel 2013 con “Blue Ruin” apprezzato anche a Cannes.
Questo suo terzo film (scritto e diretto come gli altri) è in qualche modo inferiore al predecessore, ma mostra una certa intelligenza, una bella struttura e soprattutto un’ironia caustica.
Saulnier costruisce un film molto semplice che rimanda ai film d’assedio (western e non) e che ha una caratterizzazione dei personaggi originale. Il regista americano infatti bilancia equamente i buoni e i cattivi, togliendo così ai secondi il carico classico di negatività. Se non fosse per un discorso di colori politici, (i cattivi sono dei neonazisti e i buoni una scalcagnata band punk) sarebbe difficile parteggiare per uno o per altro. Perché i due gruppi si equivalgono per coglionaggine, in un’altra azzeccatissima idea che ci regala ottimi momenti di black comedy, con colpi di pistola e fendenti di armi bianche che partono e feriscono/uccidono a caso.
Anche la trama è oggettivamente molto semplice e lineare e ha per protagonisti i ragazzi della band “Ain’t rights”. Un gruppo punk sconosciuto che raccatta poveri ingaggi in squallidi locali della periferia americana. Al volo trovano una serata nei boschi dell’Oregon in un locale frequentato da neo nazisti. L’idea di fare “Nazi Punk Fuck Off” dei “Dead Kennedys” non è molto apprezzata dal pubblico, ovviamente, ma non sarà il loro principale problema. Anzi, va detto, che poi gli spettatori apprezzano la band, che però si trova testimone nel back stage di un omicidio. E qui la situazione precipita. I gestori del locale rinchiudono i ragazzi in un camerino, facendo iniziare una lunga e sanguinosa lotta per la fuga e/o per la sopravvivenza. I nazi, sono molti di più e possono contare anche su cattivissimi cani killer. Ma la lotta è alla pari.
Cast di qualità con la bella inglese Imoogen Post (qui abbruttita dal trucco), Patrick Stewart e Macon Blair già visto nei precedenti film di Saulnier. C’è anche Anton Yelchin, star del moderno “Star Trek” recentemente morto in un incidente stradale.
Scheda Tecnica
Titolo Originale: Green Room
Titoli alternativi:
Anno: 2015
Nazione: USA
Regia: Jeremy Saulnier
Cast: Imoogen Post, Patrick Stewart, Macon Blair, Anton Yelchin, Joe Cole, Alia Shawkat, Callum Turner, David W.Thompson
Durata: 95’
Casa di produzione: Broad Green Pictures, Film Science
Social Profiles