Peccati di Gioventù
-Se tu pensi di poter scendere più in basso ti sbagli, sei già al fondo! Ma non pensare di trascinarci Angela!
-Senti finiamola! Mettiamo subito in chiaro che in questa storia non si salva nessuno! Non mi salvo io o ti salvi tu e soprattutto non si salva quella puttana di Angela!
Gloria Guida e Dagmar Lassander. La giovane e la matura, in una sfida testa a testa, tra sotterfugi, trappole e spietati piani.
Non siamo però né in uno “spaghetti western” né in un thriller teso, ma molto più banalmente in un melodramma, vagamente erotico, della gelosia. Un film che ha un suo senso per circa una ventina di minuti, poi il regista Amadio decide di imprimere pian piano alla storia una variante drammatica piuttosto scialba, che porta a un finale tremendamente assurdo.
“Peccati di Gioventù” ci tiene anche a star ben lontano da ogni possibile risvolto di psicoanalisi prendendo ufficialmente le distanze da ogni similitudine con il “Complesso di Edipo”, ma il fondo di questo film è proprio quello, cioè l’affetto morboso della giovane Angela, (Gloria Guida) nei confronti del padre e la relativa gelosia verso la nuova fidanzata di lui, la matura (si fa per dire, Dagmar Lassander aveva trentadue anni) Irene. Inevitabilmente tutto ruota attorno alle due protagoniste, che sono anche l’unico aspetto degno di nota del film. E sempre inevitabilmente le due sono sfruttate per la loro bellezza, con scene che a volte sembrano create solo per mostrare un po’ di tette, più che per mandare avanti la storia.
Così la bionda innocente e maliziosa, si muove leggiadra tra docce fatte con la porta aperta, topless in spiaggia, vestiti leggeri e palesi provocazioni. La rossa di rimando risponde con abitini sexy e con qualche fugace seno che spunta qua e là. È una sfida tra due bellezze che è piacevole vedere e che sarebbe meravigliosa se non avesse una specie di contorno che vorrebbe, dovrebbe, essere la trama. Le due comunque prendono pieno possesso della storia, al punto che i personaggi di spalla appaiono per la maggior parte sullo sfondo e dei quali facciamo fatica, a parte Silvano Tranquilli nel ruolo del padre, a ricordarne il volto.
Come dicevamo Angela è innamorata del padre. Lui le fa conoscere la sua nuova fidanzata e futura sposa. Scoppia l’odio. Prima Angela cerca in ogni modo di far finire la donna nelle braccia di un playboy. Niente da fare. Poi grazie a un investigatore privato (che non appare e che lavora alla velocità della luce…), scopre un’ombra nel passato di Irene, una storia lesbo che le è costata il lavoro e ha fatto scandalo. Così Angela cerca in ogni modo di conquistarla, sempre unicamente per mostrare al padre che la nuova fidanzata non fa per lui. La svolta drammatica, un’assurda vicenda di ricatti e rapimenti, sconvolge la vita di tutti, facendo emergere che Irene a differenza di Angela nutriva per la ragazza un vero e disinteressato affetto. Recitato apaticamente anche dalla Lassander che spesso ha dimostrato una certa bravura e con una regia lineare, “Peccati di Gioventù” si fa notare per le ottime musiche di Roberto Pregadio.
Scheda Tecnica
Titolo Originale: Peccati di Gioventù
Titoli Alternativi: Young, So Lovely, So Vicious…, Pecados de juventud (Spagna), Si douce, si perverse (Francia), Oi kryfes amarties mias mathitrias (Grecia), Pecados da Juventude (Portogallo), Jung, Schön und Lasterhaft, Sonne, Sand und heiße Schenkel (Germania)
Anno: 1975
Regia: Silvio Amadio
Cast: Gloria Guida, Dagmar Lassander, Silvano Tranquilli, Fred Robsahm, Dana Ghia, Rita Orlando, Flavio Sorrentino
Durata: 85’
Casa di Produzione: Dominiziana Internazionale Cinematografica
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