Panarea

Panarea


 Cos’è cos’è che brucia piano piano, che brucia piano piano, che brucia piano piano? Il gazebo di papà, il gazebo di papà, il gazebo di papà, il gazebo di papà!

 

Chissà la reazione di chi, cercando informazioni su Panarea, s’imbatte nei film girati/ambientati sull’isola e legge: “L’Avventura” di Antonioni, “Caro Diario” di Moretti e soprattutto “Panarea” di Pipolo. Tre film che sono entrati, per diverse ragioni, nella storia del cinema. Se per i primi due, rimandiamo a siti istituzionali e importanti paroloni, per il terzo invece apriamo un (im)meritatissimo elogio.

Innanzitutto questo è l’ultimo film di Pipolo per il cinema e di certo il buon Giuseppe Moccia, mostra di aver perso tutta l’ispirazione che l’ha portato a creare tante commedie, alcune delle quali imperdibili. Stesso discorso che possiamo fare per il suo socio storico Franco Castellano che qui scrive (con Pipolo) la sceneggiatura.

I due mettono in piedi una commedia vacanziera che ci spara subito il soprannome di uno dei protagonisti, “Pizellone” (ma non è chiaro se per meriti fisici o no), battute di basso livello e sfottò nei confronti di una ragazza in carne. Un inizio che mette subito le cose in chiaro e ci spiega dove siamo finiti. Perché “Panarea” è tutto un susseguirsi di queste cose, mischiate ai soliti tentativi di fare sesso, feste sfrenate e scherzi pesanti. I giovani sono gli assoluti e unici protagonisti, o per meglio dire il turismo giovanile e cazzaro degli anni novanta (abbastanza centrato), non troppo diverso da quello dell’odierna Mykonos, dell’intramontabile Ibiza, Magaluf e Gallipoli.

Un cast composto da una mandria di scarsi sconosciuti, dovrebbe/vorrebbe sostituire i tanti interpreti delle commedie vacanziere. Ma il tentativo va a vuoto, anzi crea un effetto fastidioso e i vari De Sica, Jerry Calà, Mauro Di Francesco e pure Massimo Ciavarro al loro cospetto fanno la figura dei grandi attori, simpaticissimi, che sanno tenere in piedi una commedia, per quanto trash che sia.
Aiuta poco la presenza del grandissimo Guido “Dogui” Nicheli, che fa una specie di cameo (come cumenda chiaramente). Al suo fianco Mariangela Giordano. E aiuta sempre poco la seppur interessantissima visione in topless dell’indimenticabile Alessia Merz all’epoca star della TV e soprattutto sogno erotico dei giovani (ehhhh che bei ricordi…).

Poi una regia scandalosa e un montaggio approssimativo completano il quadro con un sottofondo di musica quasi perenne (manco fosse un porno) composto dalle hit dance dell’epoca. Però, come la storia insegna, questo è uno dei casi in cui si supera abbondantemente il confine del brutto, raggiungendo il Nirvana degli “Scult”. “Panarea” questo è. Snobbato al cinema, guadagna il suo posto nel cuore di noi tutti, oltre che per la presenza di Alessia Merz, grazie ai tanti passaggi su Italia 1.

La visione di questo film del 1997 fa nascere dopo pochi minuti tutte le già note domande e affermazioni del tipo: “Ma davvero hanno fatto un film così?”, “Non ci credo…”, “Fammi vedere fino a che punto riescono ad arrivare”. E i punti in cui si tocca il fondo sono tantissimi. Come il genere pretende, assistiamo a un po’ di storie incrociate che si svolgono sull’isola di Panarea, che a quanto pare era fatta di villette bianche, discoteche a tema, atolli ed era abitata da indigeni ben poco aperti nei confronti dei turisti.

C’è il timido Pizellone in vacanza con la sua amica d’infanzia Simona, della quale è segretamente innamorato, ma lei, invece, lo usa per ingelosire un ex, che è pure un culturista. Luca e Riccardo sono due amici per la pelle, che catalogano le turiste appena scese dal traghetto, con l’obiettivo di portarsele a letto. Entrambi puntano alla bionda Alessandra e ci provano senza tregua ostacolandosi l’un con l’altro, ma la ragazza dà a entrambi una lezione. Enrico detto “Sandokan” è un tipo belloccio di cui s’innamorano le sorelle Claudia (Alessia Merz) e Maria. La seconda è una minorenne che incastra causa fraintendimenti Enrico, cercando di non far avvicinare il ragazzo alla sorella, arrivando a dirgli che è una lesbica. Infine, c’è Giorgio, figlio di Guido “Dogui” Nicheli, cioè un rampollo milanese, che passa le vacanze a Panarea in una villa con piscina. Il “Dogui” e consorte, se ne vanno per un paio di giorni, lasciando Giorgio, un ragazzo timido e imbranato, in compagnia del maggiordomo Enrico, un giovane siciliano che forse doveva ricordare Fiorello. Lui darà una scossa a Giorgio che porterà alla devastazione della villa del papi.

Un’ampia linea di misoginia ci accompagna in quasi tutte le scene, abbracciando come già detto, pure lo sfottò a una ragazza grassa. Non manca pure il tentativo di inserire un po’ di tormentoni, con un ragazzo romano che fa il simpatico e una ragazza che critica ogni cosa. Fastidiosissimi entrambi! Il tutto crea un film che dovete guardare con i vostri occhi per crederci. E lo guarderete più volte.

 

 

Scheda Tecnica
Titolo originale: Panarea
Anno: 1997
Nazione: Italia
Regia: Giuseppe Moccia (Pipolo)
Cast: Alessia Merz, Guido Nicheli, Alessandro Mascali, Andrea Livio, Massimo Bulla, Alessandro Cozzani, Hoara Borselli, Nadia Mummo
Casa di produzione: Clemi Cinematografica
Durata: 100’

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