Quella età maliziosa
-Una danza fallica, è questo che vuol dire?
-Esattamente
-È il suo modo di esprimersi, è un pescatore e come tutti i primitivi trasferisce nella danza le sue sensazioni, lo trova strano?
I primi minuti di questo film, sono un piacere per ogni uomo. Non ce ne vogliate care amiche, ma, la scena è esaltante: c’è un uomo che è travolto da un fiume di parole da parte di una donna, la moglie, che genialmente non vedremo mai. E le parole sono quelle che immaginate, una critica al suo apporto alla coppia, esagerata, spossante, che crea un quadretto ironico molto convincente. E va bene, va bene, siamo di parte ma bisogna ammettere che a livello narrativo e tecnico che “Quella età maliziosa” parte molto bene.
Purtroppo però pochissimi minuti dopo inizia a scricchiolare. Un’altra donna riceve l’uomo di cui sopra nella sua casa, vestita solo di un accappatoio e fuori dalla finestra si vede fugacemente la leggiadra Gloria Guida, mezza nuda. Troppo facile.
A parte sperare di trovarsi un giorno in una casa così, partono da qui tutta una serie di considerazioni, a iniziare da quel titolo troppo commerciale che cerca probabilmente la scia delle “commedie sexy all’italiana”, per passare poi all’inevitabile confronto con altri lavori della coppia Amadio-Guida e per finire col fatto che questo film divide equamente il pubblico tra chi lo stronca e chi invece lo promuove.
A nostro modesto avviso questo è il miglior della coppia Amadio-Guida. ma sul tema dramma/erotico/commedia preferiamo la nostra eroina in “Blue Jeans” di Imperoli, anche se non c’era Nino Castelnuovo che qui dà vita a un personaggio perfetto in tutto e ben recitato, che regge l’intera pellicola.
Dramma, che arriva dopo una serie di situazioni erotiche e vagamente comiche che hanno per protagonista, ovviamente, Gloria Guida.
Lei come il solito attira gli adulti grazie alla sua innocente bellezza ma anche l’attrice che interpreta la madre, Anita Sanders, provoca parecchio, facendo nascere una coppia di indubbia bellezza e di grande potenza erotica. La Sanders attrice svedese l’abbiamo vista spesso nel cinema di genere degli anni sessanta e settanta, principalmente in ruoli drammatici, prima che chiudesse la carriera con questo film, per poi occuparsi di ruoli tecnici.
Questo trio che, mischia bellezza a bravura (a seconda dei gusti date voi i ruoli, ma per noi non c’è dubbio) si trova in un film che ha una regia poco ispirata e che sfrutta quasi esclusivamente le bellezze dell’Isola d’Elba, più che le idee.
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